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Nato da una felice intuizione del prof. Antonio Spagnuolo, fino allo scorso anno docente del Liceo scientifico P.S. Mancini di Avellino, guidato dal Dirigente scolastico Paola Anna Gianfelice, nell’anno scolastico da poco concluso è stato strutturato per gli studenti, nonostante la DAD, un percorso di arricchimento extra-curricolare dal titolo “Progetto cinema-Monitor 440: Registi della propria vita”. Impegnati come esperti interni i docenti Imma Del Gaudio, Margherita Faia, Ciro Sarracino, che hanno guidato gli allievi nella conoscenza della storia del cinema, nella stesura del soggetto e della sceneggiatura cinematografica e, infine, con l’ausilio come esperto esterno del regista Licio Esposito, nella realizzazione del cortometraggio dal titolo “Io mi racconto”. L’attività di promozione dei contenuti del progetto e del lavoro finale è stata affidata ai prof. Faia, Sarracino ed Elisa Troisi, la quale ha svolto anche il lavoro di contatto con una tra le più importanti realtà culturali del territorio irpino: si tratta del Centro Donna di Avellino, che ne
gli ultimi trent’anni si è impegnato a divulgare, attraverso il cinema di qualità, temi e problematiche etico-civili quali l’inclusione, la cultura della differenza e la ricerca di una visione equa e solidale della società, attraverso convegni, incontri e la promozione di film dall’alto spessore culturale ed artistico. Proprio il Centro Donna ha contribuito ad arricchire i contenuti del Progetto Monitor 440, proponendo due film molto recenti, tratti dalla XXXI Rassegna cinematografica “Visioni”, interrotta a causa della pandemia: “Dio è donna e si chiama Petrunya” della regista macedone Teona Strugar Mitevska, girato nel 2019, e “Le nostre battaglie” scritto e diretto dal belga Guillaume Senez nel 2018.
“La motivazione di questa scelta”, spiega Vittoria Troisi a nome del Centro Donna, “sta nel fatto che essi rappresentano in due zone differenti dell’Europa, distanti migliaia di chilometri e diverse per cultura e storia, delle problematiche molto simili che accomunano le donne e gli uomini di oggi: la ricerca da parte dei singoli individui della propria ragion d’essere e la possibilità di un contatto tra due punti di vista, quello maschile e quello femminile, su un mondo che travolge e destabilizza. In “Dio è donna e si chiama Petrunya”, film dal titolo provocatorio ma emblematico, una donna deve lottare per il suo diritto a esistere contro una società ancorata a usanze maschiliste e conservatrici, nonostante i millenni di storia trascorsi. Nel secondo, invece, si osserva come sia difficile da parte di un uomo, un sindacalista molto impegnato in un’azienda di riders, distante dalla moglie e dai figli anche a causa degli orari di lavoro disumani, comprendere il punto di vista della donna; ritrovatosi solo ad occuparsi dei figli, si renderà conto di un mondo, quello della famiglia, a lui sconosciuto, ma che riuscirà finalmente a considerare fondamentale per la sopravvivenza emotiva”.
La prof.ssa Elisa Troisi, che ha presentato agli allievi del progetto cinema i due film nella prima parte del percorso progettuale, osserva come Petrunya sia stato un personaggio molto apprezzato dagli alunni, ma, come dichiara durante la nostra intervista “credo che “Le nostre battaglie” abbia avuto più presa sugli studenti per la diversità di temi e perché forse si sono maggiormente identificati nel duplice contesto sociale presentato: quello della famiglia, smembrata, persa e poi faticosamente ritrovata, e quello del lavoro che toglie umanità alle persone considerate solo per quanto possono produrre, persone che non sono risorse, ma numeri. Il finale del film, però, dona la speranza che una convivenza rispettosa tra uomini e donne, tra libertà maschili e femminili, si possa ancora raggiungere e la percezione di questo, forse, ha influito sul gradimento da parte dei nostri ragazzi che veramente hanno bisogno oggi più che mai di credere in una società meno cinica e individualistica. Il cinema, tramite le sue forme e i suoi generi, consente di arrivare a chiarire in modo immediato idee e sensazioni; esso crea immagini e atmosfere che possono rendere immediato un concetto. Inoltre insegna che cosa sia la bellezza, comunica, avvicina”.
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