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È disponibile da poco in libreria la nuova raccolta poetica di Geo Vasile «Innamoramento, scheda clinica in versi», per i tipi di Falvision Editore. L’edizione è in versione bilingue: romeno-italiano. Italianista, traduttore e critico letterario, Vasile è stato influenzato da autori quali: Cesare Pavese e Sandro Penna. La scrittura è in Vasile, come già in altri autori romeni, una pratica auto-terapeutica: «Fare poesia significa curarsi dal mal di vivere, uscire dal gregge che si lascia manipolare dal millennio». Una scrittura ricercata, a volte quasi enigmatica, Vasile traccia le parole su uno scenario che sembra oscillare fra il mitologico e l’onirico. Non manca anche un retrogusto amaro e ironico, tipico della tradizione fatalista romena. Ai nostri microfoni, Vasile denuncia la «sempre più scarsa cultura della poesia nelle scuole e negli ambienti accademici», aggiungendo inoltre che il fatto che si legga sempre meno poesia è un fenomeno «socio-psicologico di massa». La poesia – afferma Vasile – è l’arte che più si avvicina a Dio e in un mondo che si allontana sempre più dal sacro, è inevitabile che ci si allontani si conseguenza anche dalla bellezza e dalla bellezza dei versi. Alla domanda se gli italiani riconoscono l’importanza della cultura romena, Vasile risponde: «Purtroppo no, la cultura romena in Italia, come la Romania stessa vengono considerate di serie B in Europa. Fortunatamente grazie al lavoro di alcuni studiosi si stanno diffondendo anche opere di autori interbellici come Gherasim Luca, George Călinescu, ma anche testi di Nichita Stănescu e altri poeti postmoderni». Di recente, infatti, è stato pubblicato il libro di Luca «L’inventore dell’amore» a cura di Giovanni Rotiroti, edito dalle neonata «Criterion Editrice». Un nuovo marchio editoriale, appunto, che si propone di diffondere la grande cultura dell’Est Europa e magari di scoprire anche nuovi autori di talento. Mattia Luigi Pozzi presenta con queste parole il suo nuovo progetto culturale e imprenditoriale: «Criterion è la scelta dell’impossibile di una comunità o di una comunità impossibile. È il setaccio, il krinein, la crisi, la critica. Mai la norma, forse il criterio. È la sofistica, senza la retorica. È l’eterogeneità delle ragioni e la pluralità delle voci». Ritornando però a Gherasim Luca, pseudonimo di Salman Locker, vale la pena riportare direttamente un breve estratto del suo testo, un piccolo gioiello finalmente disponibile nel nostro paese:«Invano si ricerca la donna assoluta la cui ragion d’essere per definizione è di non essere mai incontrata, perché, una volta incontrate, Gradiva o Cenerentola cessano di essere pari al loro profumo, essendo solo due mogli e madri modello, per cui il più piccolo errore teorico non è altro che una vittoria della morte; quella donna ideale verso cui si aspira solamente col desiderio di non trovarla o, una volta trovata, di perderla, unicamente per il desiderio di mantenere accesa l’idea religiosa così deplorevolmente umana che l’amore sia una fonte di dolore e di deserte illusioni».
Di Vincenzo Fiore
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