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AVELLINO – Amalio Santoro, consigliere di opposizione al Comune di Avellino, medico chirurgo, qual è la situazione della sanità in Irpinia?
I numeri sono drammatici, si poteva fare di più in questi mesi per il potenziamento della medicina territoriale. Oggi facciamo i conti con un bisogno di posti letto sempre più necessario per quei pazienti che per fortuna non finiscono in terapia intensiva ma hanno bisogno comunque di una assistenza ospedaliera impegnativa per loro e per il personale.
Che ne pensa della riconversione seppur parziale del plesso di Solofra in Covid hospital?
Nei mesi scorsi l’ ospedale di Solofra era stato dichiarato no Covid, ma poi c’è stato un improvviso cambio di strategia. Il reparto Covid del Landolfi già da alcuni giorni si è riempito, i 50 posti disponibili sono quasi saturati. Certo, si potrebbe dire che non si vive o muore di solo Covid: con la sospensione della attività programmate, molti pazienti sono costretti a tempi di attesa infiniti e a prestazioni ridotte.
Quale è la condizione dei pazienti no Covid che aspettano comunque di essere curati?
C’è un po’ di frustrazione anche tra noi medici nel dover informare i pazienti che un intervento viene rinviato, che alcune prestazione non sono soddisfatte. La tensione si tocca con mano. Non c’è dubbio che l’emergenza complica anche il modo di relazionarsi all’interno delle strutture sanitarie dove si sommano vecchi problemi alla questione emergenziale.
Quale futuro per l’ospedale di Solofra?
E’ un ospedale destinato a cambiare pelle: ci sono state anche qui incertezze, errori, latitanze. Ci vorrebbe un pensiero lungo da parte di chi gestisce la sanità in Campania. Non bastano gli slogan. Oggi torniamo a fare i conti con le dure repliche della storia: ritardi antichi e difficoltà strutturali del servizio sanitario. In questa fase così complessa, verifichiamo la difficoltà degli ospedali periferici: i problemi del Frangipane, la solitudine di Sant’Angelo dei Lombardi, l’azzeramento di fatto dell’ospedale di Solofra, altri problemi al Moscati, che non è mai riuscito ad esprimere appieno le sue potenzialità rivelandosi una struttura notevole con piedi d’argilla. Il Covid ha fatto cadere tutti i veli.
E’ un problema di strutture o di personale?
In questi mesi non si è riusciti a coprire il fabbisogno di personale. E’ noto che nel tempo si è proceduto a tagli indiscriminati alla sanità seguendo il dogma che lo spazio per il pubblico fosse da ridurre. Alla fine ci siamo ritrovati senza la qualità del pubblico e non abbiamo visto neppure la potenza del privato.
La classificazione della Campania zona gialla è opportuna o ci volevamo maggiori restrizioni? De Luca dice: fate come ci fosse il lockdown
Le semplificazioni non interessano più nessuno: abbiamo capito che le dirette Facebook non risolvono i problemi ma mortificano i cittadini e anche la politica. Se teniamo conto dei dati attuali, qualche misure restrittiva più stringente rischia di essere necessaria. Il punto è perché ci siamo ridotti così, con un sistema sanitario che rischia il collasso. Siamo in grave ritardo, nonostante alcuni sforzi, nel tracciamento, nei tamponi, nell’ attrezzare le terapie intensive e sub intensiva, nel potenziamento del personale e nella formazione del personale. Abbiamo dormito nell’illusione che la nottata fosse già passata.
Giusto chiudere le scuole?
Penso sia un danno quasi irrimediabile fare chiudere le scuole, per i grandi e per i piccoli. E’ una ferita non solo per i ragazzi ma per tutta la comunità che scommette sulle nuove generazioni. Anche in questo caso c’è stato un grave ritardo a livello regionale soprattutto nell’organizzazione del trasporto pubblico.
Bocciato De Luca?
Sarebbe necessario un supporto tecnico anche per questo leader solitario. In realtà non c’è neppure un assessore alla sanità, visto che la delega l’ha tenuta lui. De Luca fa un po’ tutto da solo, non si sa chi siano questi cosiddetti esperti della Regione al di là di qualche ragazzetta ben pasciuta. Mi sembra che De Luca abbia perso la bussola.
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