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AVELLINO – “Si parla di una Campania che in questi cinque anni è ripartita, ma la Stazione di Avellino, eccola, è chiusa”, dice Gigi Simeone, segretario generale della Uil, indicando alle sue spalle un luogo simbolo della Vertenza Irpinia, colorata per l’occasione dalle bandiere dei sindacati uniti, con Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil e Salvatore Bonavita, segretario Cisl Scuola, in sit in per denunciare la crisi economica, sociale e politica, ancora più esasperata dal Covid.

“Si dice che c’è attenzione per le aree interne, ma i fondi della Regione guardano al mare: il 65 per cento dei finanziamenti 2020 destinati al turismo, vanno a Salerno, notoriamente al centro degli interessi della politica di questi anni. Ieri abbiamo dato la cittadinanza onoraria di Grottaminarda all’amministratore delegato di Ferrovie della Stato, ma si sono guardati bene dall’invitarci perché gli avremo chiesto come mai questa stazione è chiusa. Al prefetto lo abbiamo detto in tutte le salse. Siamo in una situazione drammatica.

Da uno studio della UIL, i numeri ci restituiscono una realtà complicata: solo nei mesi di aprile e maggio la riduzione salariale per i lavoratori dipendenti in provincia di Avellino ha segnato meno 32 milioni. Di questo passo, a fine anno, saremo costretti a registrare un decremento della liquidità di circa 200 milioni”. E ancora Simeone accusa: “Leggo che anche l’Asi parla di sviluppo industriale quando è sotto gli occhi di tutti che più dell’affittacamere non riescono a fare. Le opere pubbliche come la Lioni-Grottaminarda sono ferme, vedremo cosa succederà per l’Alta Capacità. Non vogliamo più provvedimenti ad effetto ma vogliamo vedere l’effetto dei provvedimenti.

La Uil non allenta la presa e farà sentire il suo appoggio anche nelle prossime settimane quando si scenderà in piazza per la scuola ed edili. La politica è chiamata, ora più che mai, a dare risposte con proposte efficaci sul La manifestazione territorio, partendo dall’ascolto delle parti interessate”. C’è il problema “gravissimo che riguarda la riapertura a settembre delle scuole. Il sistema del distanziamento – ragiona Simeone – ci porterà ad avere il doppio degli edifici scolastici. L’altro dramma è capire come andranno i ragazzi a scuola: i tagli della Regione all’Air penalizzano la mobilità di lavoratori e studenti pendolari. Il nostro è un grido d’allarme e non si fermerà. L’Irpinia è una vertenza nazionale, al Governo chiediamo una task force per la provincia di Avellino e per le aree interne che pagano la crisi più degli altri”. E ancora Bonavita: “Siamo costretti a ripetere le stesse cose da anni, le aree interne moriranno di emorragia. I dati Istat lo dicono chiaramente, l’esodo dei giovani da questa provincia prosegue inarrestabile. L’unico antidoto è il lavoro”.

Tra le principali questioni la scuola: “Come si tornerà a tra i banchi a settembre, ancora non è chiaro. Si parla di classi dimezzate, orari di ingresso e di uscita differenziati. Nessuno si pone il problema dei trasporti, come andranno i nostri ragazzi a scuola con una stazione ferroviaria chiusa e il trasporto su gomma ridotto che non funziona? Il raddoppio degli organici per ora non c’è e non ci sarà per settembre: serve un 40% in più di docenti, un 50% in più di personale Ata”. E il segretario Cgil, Fiordellisi, torna sulla vertenza Novolegno, “esempio concreto della vertenza Irpinia dimenticata da sindaci, parlamentari, consiglieri regionali che si erano detti disponibili ad aprire una riflessione e alla fine quel che resta sono 117 licenziamenti. Avevamo chiesto una serie di tavoli e verifiche, nessuna risposta. Questo è il modello di classe dirigente che c’è ora, un appello accorato alle amministrazioni locali, regionali e nazionali, ma è in una perenne campagna elettorale che, invece di risolvere i problemi, li accentua”. Stoccate a De Luca: “Oggi lancia il grido d’allarme sull’acqua, ma dove è stato in questi cinque anni se solo adesso si rende conto che servono investimenti per potenziare reti idriche e depuratori? Siamo in un mondo distopico, noi sappiamo bene chi deve fare cosa. Lavoratori e cittadini sono ormai sfiduciati. La politica dei bonus si ritorcerà contro come un boomerang. Arriverà l’autunno e se non ci saranno risposte, difficilmente i sindacati potranno fungere da calmieri sociali”. E la Stazione di Avellino è un po’ il simbolo dell’abbandono: “Le risorse per l’elettrificazione ci sono, ma – continua ancora – non ci sono quelle per l’interscambio con il resto della provincia. Avellino – osserva Fiordellisi – era già un ingorgo, immaginiamo cosa potrà accadere a settembre con la ripresa delle scuole”.

Sarà un autunno caldo: “Non c’è alcuna programmazione, il sindaco, la Regione, il Governo si defilano. Tra poco – dice ancora Fiordellisi – vedremo oltre alla Novolegno, cosa accadrà alla Fca, alla Whirlpool, situazioni che necessitano di una risposta qui ed ora. Così come tutte le partecipate: acqua, rifiuti, energia, trasporti. Cosa si vuole fare? Attendere che qualche prenditore si improvvisi imprenditore per inserirsi nei servizi pubblici? Manca la risposta della classe politica e istituzionale”.

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Rosa Curcio

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