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Senatore Grassi, la Lega è cambiata? Da partito ant europeista e sovranista a sponsor e probabilmente componente di un governo guidato da Mario Draghi, che, da direttore della Banca comune europea, è stato uno dei rappresentanti istituzionali più importanti dell’Unione?
E’ comodo rappresentare la Lega come sovranista e rozza antieuropeista.
Non è così?
In realtà nella Lega ho trovato un confronto molto vivace, una forte attenzione per i temi concreti che riguardano l’Italia ed una lucida percezione del contesto socioeconomico.
Ad esempio?
Nella Lega ho visto la capacità di esprimere una sorta di business plan per il Paese che fino ad adesso non ho riscontrato in nessun altro partito.
Che altro?
La Lega ha dimostrato il valore della sua azione politica: riforma fiscale, quota cento, sblocco delle opere pubbliche, abrogazione del codice degli appalti – che è scritto molto male, tanto che ci serve la stele di Rosetta per interpretarlo – che ha rallentato fortemente i lavori, mentre noi invochiamo l’applicazione diretta delle direttive europee per la disciplina degli appalti che sono sorprendentemente migliori.
Insomma spesso ha ragione l’Ue…
Infatti, la Commissione Europea ha inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora perché la normativa nazionale in materia di appalti pubblici e concessioni non è conforme alle norme dell’UE.
Invece che cosa non va nell’Ue?
Quando noi poniamo la questione del rapporto con l’Europa non ci limitiamo a critiche senza costrutto ma facciamo notare che c’è un deficit di democrazia nelle istituzioni europee. L’ Ue ha un sistema bicamerale: una camera è elettiva (il Parlamento Ue ndr) e l’altra (il Consiglio Ue ndr) no perché composta dai ministri degli esecutivi. E’ una anomalia: un ministro che a Roma fa parte del potere esecutivo quando atterra a Bruxelles è espressione del potere legislativo. Inoltre, è sotto i nostri occhi che in Europa c’è una predominanza della Francia e della Germania: non va bene. Ci sono delle criticità ma nel momento in cui queste vengono segnalate non vuol dire che si è contro l’Europa. Questo sillogismo rozzo non appartiene alla Lega.
Comunque nel Governo con Draghi ci sarete…
Quando sento Salvini dire: guardiamo al bene del Paese, mettiamo da parte ogni discorso sugli incarichi ma ci interessano i programmi, non sono sorpreso: è lo svolgimento coerente del suo progetto politico.
Mentre i Fratelli d’Italia della Meloni non ci stanno: il centrodestra è spaccato?
Prima di parlare di spaccatura è il caso di attendere. Salvini fa un ragionamento sui contenuti e il Governo è ancora al di là da venire. Questa è la legislatura più strana della storia repubblicana…I leader del partito di centrodestra hanno per ora posizioni diverse, c’è una diversa visione della situazione. Vediamo lo svolgersi degli eventi.
Ora siete un po’ più moderati, più vicini a Berlusconi?
La Lega è il partito che più di tutti dimostra un radicamento con i territori. Il metodo è tenere in gran conto le istanze delle comunità locali, delle Regioni. Potevamo dunque rimanere fuori da questa fase critica?
Un Governo con Lega, centrosinistra e 5stelle può funzionare?
Probabilmente anche senza l’appoggio della Lega il Governo Draghi avrebbe trovato i numeri. Da un lato, abbiamo un Presidente della Repubblica che non da oggi invoca unità nel momento dell’emergenza. Dall’altro, il rischio era che si riformasse un governo con le stesse forze politiche hanno portato a quella situazione critica che ha determinato la fine del Conte bis. La Lega ha fatto una scelta difficile e responsabile: governare in questo momento espone a rischi e critiche. Stiamo dimostrando di essere un partito che mette al centro della sua azione politica l’interesse del paese e di avere il senso delle istituzioni.
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