X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

Giuseppe Gargani, ex europarlamentare ed esponente di spicco della Dc, il coronavirus cambia la politica?
Mi lasci dire che da giovedì ho una grande angoscia e un grande dispiacere per la morte di Franco Lo Conte che lascia un vuoto civile e politico. Per il resto, quello che è avvenuto nelle ultime settimane annulla le farneticazioni degli ultimi due anni: abbiamo assistito ad una propaganda politica truffaldina e menzognera, che ha lacerato il paese e ha fatto smarrire il senso della comunità: la necessaria solidarietà che rende attiva una comunità civile.
Fine del populismo, dice
Il governo ha alimentato il disagio del popolo dandogli l’ illusione di poter fare scelte che invece devono essere fatte da chi guida il paese. Tutto questo è svanito: è una grande lezione che gli avvenimenti ci consegnano per ricondursi ai problemi veri della vita”.
Un giudizio molto duro
In questi ultimi anni le deliranti iniziative dei governi hanno fatto regredire il paese.
Ad esempio?
Si è detto che ‘uno vale uno’ come nuovo modello di società e si è annullata la competenza non più utile per individuare le professionalità, in un periodo che richiede un’alta specializzazione e si è diffusa la convinzione che ognuno può fare tutto dall’amministratore al deputato.
E invece?
Tutto questo ora sembra ridicolo perché si è costretti a tenere conto delle analisi degli scienziati e dei professionisti, e si scopre allo stesso tempo che la politica deve essere competente per poter recepire quei consigli e tradurli in direttive corrette.
Ha detto che torna la solidarietà
Lo slogan “prima gli italiani“ per soddisfare i suoi interessi senza tenere conto dell’ altro, risulta oggi egualmente assurdo perché scopriamo che abbiamo bisogno del mondo e dell’Europa: il sovranismo, che è il contrario della sovranità, ci costringerebbe in un isolamento che renderebbe nulla proprio la sovranità, e gli avvenimenti dell’ultimo mese lo dimostrano.
Parliamo del problema della sanità
Il problema della sanità oggi mette a durissima prova il paese, e le responsabilità sono pregresse perché la cosiddetta “sinistra” per motivi di potere, ha operato una riforma costituzionale togliendo poteri allo Stato, che ha mostrato i suoi effetti negativi soprattutto in materia di sanità. Ci si è accaniti sulle Asl, sugli ospedali per esercitare un anomalo potere, effimero e pericoloso come oggi constatiamo.
Anche in Campania
La dequalificazione è sotto gli occhi di tutti e la mancanza di professionalità della classe politica è in linea con le scelte che si sono fatte in ogni territorio.
Stesso discorso per l’Irpinia?
Ritengo proprio di sì e la nostra provincia in particolare sta pagando un prezzo alto. Il direttore del suo giornale ogni giorno chiede l’intervento della Regione per le vistose carenze provinciali nella sanità ma il presidente De Luca fa divertire tutto il mondo per le posizioni da sceriffo che assume, ma il suo decisionismo si ferma alle convenienze personali ed elettorali e al vecchio clientelismo che non muore mai.
C’è bisogno di un nuovo governo?
La politica gridata dai sovranisti e dai populisti e ripetuta in maniera inaccettabile anche in queste ore, è priva del presupposto morale ed etico per tenere insieme l’Italia e l’Europa. Ritengo che auspicare un governo di tutti sia un equivoco e una ipocrisia.
Un governo di salute pubblica è il caso di dire
Un governo di salute pubblica per affrontare una crisi di proporzioni sconosciute dovrebbe essere formato da chi crede nei valori della Costituzione repubblicana, da chi crede in un’ Europa come la più alta forma di solidarietà istituzionale, per allontanare il populismo, il sovranismo. È urgente una alternativa alla nuova destra che è venuta fuori in Italia, per la prima volta pericolosa, per un governo di competenti in cui predomini la politica. In questo periodo questo appello alle forze democratiche dopo le scomposizioni che saranno inevitabili di tutti movimenti effimeri e indistinti, può essere determinante.
 Lei aveva fondato la “Federazione Popolare dei Democratici Cristiani”
 La iniziativa di dar vita a una “Federazione Popolare” riconosco è stata  puntuale e ha risvegliato l’attenzione di quei pochi o di quei tanti che ritengono indispensabile la “politica” come possibilità di mettere insieme una classe dirigente per dare risposte ai cittadini. Chi è affezionato alla cultura di “centro“ deve dare risposte ai cittadini, non teoremi, non illusioni e riconoscere, proprio ora che siamo costretti ad un esame di coscienza, che è colpa dei partiti degli anni 90, e non solo della DC avere rinunziato ad essere classe dirigente e avere lasciato campo libero all’improvvisazione: si è aperto sin dall’ora un periodo buio per il nostro paese che il coronavirus ha enormemente complicato.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE