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Senza presunzione, ma con la consapevolezza di aver reso un pubblico servizio alla comunità. Crediamo che per un giornale, che narra quotidianamente i fatti che accadono, momenti di riflessione e di sintesi rappresentano un dovere civile, oltre la stessa passione che accompagna l’impegno professionale.

Questo è l’obiettivo che ci siamo proposti nella organizzazione della “Due giorni del Corriere e della redazione irpina del Quotidiano del Sud” che torna (stamane e nel pomeriggio presso Villa Amendola) a interrogarsi, con un parterre d’eccezione sui problemi dell’Irpinia, alla vigilia del Recovery fund.

Eravamo partiti ad inizio d’anno con un Manifesto sui temi della ripartenza della nostra provincia attraversata, come per l’intero Paese, dalla tragedia della pandemia Coronavirus.

Le migliaia di adesioni al Manifesto giunte in questi mesi alla nostra redazione, i giudizi espressi dai lettori, dai cittadini, dalle forze politiche e sociali, ci hanno consegnato la solitudine di una comunità incapace di connettersi per recuperare quei valori del dialogo e del confronto che per lungo tempo sono stati consuetudine consolidata nell’interesse delle comunità.

Non una passerella, ma una confessione sincera, senza veli, da parte di protagonisti ridotti a gestire il futuro senza parlarsi, laddove oggi sono necessari condivisione e mediazione per dare risposte ai problemi. Questa è la strada da seguire per ritrovare il linguaggio del fare e abbattere gli orticelli dell’individualismo egoistico.

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