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Stiamo attraversando una fase drammatica. Paura, incertezza, disagio sociale scandiscono il passare dei giorni mentre gli ospedali sono saturi nei posti letto Covid e si cerca di reperire nuove strutture per l’accoglienza dei contagiati. La piazza protesta. A giuste richieste di lavoratori e imprenditori, che si vedono penalizzati nelle loro attività, si aggiungono bande di facinorosi che fanno uso di metodi violenti con lo scopo di destabilizzare la vita democratica nel nostro Paese. La politica nazionale si divide.

L’egoismo vince sulla solidarietà. C’è chi invoca una crisi di governo, chi vorrebbe un rimpasto, chi, pregiudizialmente, cavalca la protesta per fini di partito. Il premier Conte vacilla travolto da polemiche a volte strumentali, mentre il Capo dello Stato, Sergio Mattarella è un punto fermo nel ruolo di garante della convivenza sociale. A lui, sette giorni fa, da queste colonne il sottoscritto e il filosofo-politico, Luigi Anzalone hanno rivolto un appello con una lettera aperta, invocando l‘urgente suo intervento per tessere la tela della unità nazionale. Il riscontro è stato notevole.

Segretari di partito, esponenti di rilievo delle forze politiche nazionali e regionali hanno accolto con favore la nostra iniziativa facendosi interpreti della necessità di un urgente cambio di passo. Solo un potenziato senso di responsabilità collettiva, accompagnato da un dialogo profondo nella dialettica democratica, può dare un contributo positivo in queste ore drammatiche. Assistiamo, invece, a conflitti istituzionali tra governo centrale e Regioni, tra queste ultime e amministratori degli enti locali. Nella confusione si inseriscono i poteri criminali in agguato per gestire la torta dei fondi europei.

E’ urgente e necessario recuperare i ritardi che hanno generato un forte dissenso. Valgano per tutti le tante e opposte posizioni manifestate per la scuola, la diversità metodologica, sulla gestione dei tamponi (spesso finalizzata alla speculazione) , gli orari di chiusura differenziati tra città e città e molte altre incongruenze che fanno aumentare il prostrante stato di confusione. Una sola comune volontà, invece, eviterebbe questi e altri danni. Di qui la proposta per il rilancio di una forte unità nazionale. Macron ha twittato “ce la faremo perchè noi siamo la Francia”, anche noi dobbiamo trovare unità e coesione per dire “ce la faremo perchè noi siamo l’Italia”.

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