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Non amo fare citazioni, penso però che per l’argomento che mi accingo a trattare, cioé il riferimento alla genialità, ci siano stati migliaia di autori che si sono soffermati nell’approfondire questo argomento. Spesso, a dire il vero, credo che la genialità abbia in sé una componente di follia. Ed è appunto il caso del nostro sindaco di Avellino, il gaudente Gianluca Festa. Personaggio a tutto tondo, simpatico, che trasmette buonumore e che, a suo modo, è un piccolo genio. Deve avere un sonno leggero se al suo risveglio regala alla città idee originali. Le contraddizioni sono nel fatto che le idee poi le deve trasformare in concretezza. Opera estremamente difficile e non priva di ostacoli. Vado al sodo. Almeno tre idee del sindaco, da quando guida palazzo del popolo, sembrano essere geniali, non senza un pizzico di follia. Mi riferisco allo spostamento del mercato settimanale dallo storico insediamento nello spazio antistante lo stadio; al trasferimento dei bus da piazza Kennedy in più parti della città e, infine, alla vendita del “casermone” di piazza del Popolo, sede del Comune. Sono scelte che si possono condividere o meno, ma che, tuttavia, non spiegate alla comunità, sono da essa interpretate nei modi più diversi. Molti, infatti, si chiedono che cosa ci sia dietro queste decisioni; altri sono convinti che le scelte possano essere dettate da una specie di scambio-garanzia a chi gli ha dato il consenso elettorale, e così via. Tra condivisioni e malignità non credo a queste dicerie. Io penso che sia solo un modo di fare semplicistico e approssimativo di un genio di provincia, tanto per testimoniare che lui c’è. Probabilmente le sue scelte, peraltro già annunciate in campagna elettorale, potrebbero anche essere condivise dalla comunità, se avessero però un percorso meno sinusoidale. In realtà c’è bisogno di rispettare le regole burocratiche per non coinvolgere l’Istituzione in avventure al limite del buonsenso. Prendiamo il caso del mercato. Lo spostamento, nell’idea geniale di Festa, sarebbe dovuto avvenire “manu militari”. Da un giorno all’altro. Ma dove? Non era chiaro. Anzi ancora oggi non lo è. Quale il problema?
A mio modo di vedere si concretizza un’idea “geniale”, avendo già pronta un’alternativa. Non avendola il sindaco, non so se semplicemente per ingenuità, è andato ad avvitarsi in conflitto con gli ambulanti, spesso con atteggiamenti non proprio da capo di una comunità. Cose che, a dire il vero, non sono nel suo stile abituale, sempre gaudente e molto garbato. Andiamo avanti. Dopo il no di Valle e di altri posizionamenti del mercato in città, l’amico sindaco decide per lo spostamento del mercato a “campo Genova”, laddove esisteva il deposito di ecoballe (rifiuti stritolati e imballati). Già solo questo avrebbe meritato una maggiore riflessione. Quello spazio, d’altra parte, non offre le necessarie garanzie per lo svolgimento del mercato settimanale, non rispettando le regole igienico-sanitarie e non avendo le necessarie certificazioni degli enti a ciò abilitati. Pare, invece, che le cose siano andate diversamente. La manager dell’Asl, Morgante, al pari del comportamento delle tre scimmiette, non ha visto, né ascoltato, e se c’era, pensava ad altro. L’Arpac, solo dopo le sollecitazioni del nostro giornale, è intervenuta chiedendo spiegazioni e, come sempre accade, addossando le responsabilità ad altri, cioè alla Provincia. Cose mai viste. E ora il cittadino si chiede: non era forse più semplice preparare per tempo l’alternativa e poi decidere per lo spostamento? Tutto questo naturalmente senza mettere in conto il danno economico e civile che la città sta pagando. Andiamo oltre. E’ senza dubbio geniale trasferire lo stazionamento degli autobus da un luogo del centro città dove provoca problemi per la diffusione delle polveri sottili. Ma con quale alternativa? Non è chiaro. Anzi la scelta contiene un pizzico di follia. Perché in attesa della costruzione della già rottamata Autostazione, gli autobus prendono tre diverse destinazioni: a campetto Santo Spirito, lungo i lati della setssa Autostazione e, infine, nello spiazzo davanti allo stadio che dovrebbe essere poi la destinazione finale. Genio e follia si intrecciano creando danni per gli studenti, i tanti pendolari che quotidianamente raggiungono il capoluogo e così via. Manca un piano di programmazione tra Comune e Air che vorrebbe dettare le regole. E veniamo all’ultimo sonno agitato del caro sindaco: vendere a privati, o pubbliche istituzioni, tutto o in parte, la sede di piazza del Popolo del Municipio. Certo, per fare cassa in un Comune che solo da poco ha risolto il problema del pre-dissesto. Idea geniale, non c’è che dire. Tornare a palazzo De Peruta, vecchia sede municipale, all’incrocio tra via Mancini e il Corso, è un fatto di orgoglio per tutti gli avellinesi. In particolare per dare diversa dignità ad una sede istituzionale che rappresenta la città. Anche qui i problemi, e gli interrogativi, non mancano. Per trasferire la sede comunale a palazzo De Peruta, già devastato dopo la ricostruzione post terremoto con la rimozione di marmi pregiati e di strutture in legno di grande valore artistico, occorrono tanti soldini. Che il Comune non ha. E poi la vendita come si affronta? Non basta tenere sullo stomaco quel Mercatone di via Ferriera che doveva costare poco meno di tre miliardi e che oggi, dopo averne speso circa sessanta, è ancora in disuso? Anche questa è una storia incredibile, frutto di genio e sregolatezza Desidero concludere con una considerazione. Io penso che Gianluca Festa sia animato da buone intenzioni. Vorrebbe, ma non può. Forse non sa. Peggio ancora è mal consigliato. Di qui i mille annunci e le poche attività realizzate. La città, intanto, vive un momento di grande difficoltà. Ha bisogno di fatti. Soprattutto di un primo cittadino veramente geniale e con sogni possibili. Libero, trasparente, ossequioso delle regole e della legalità. Questo serve ad Avellino ora e subito.
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