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Della sua disinvolta rozzezza istituzionale II berluschino premier ha dato prova già in occasione del referendum sulle trivelle, sbeffeggiando i tanti cittadini che hanno voluto semplicemente esercitare il loro diritto di voto. E ora non perde occasione per alterare consapevolmente il significato del referendum costituzionale confermativo, imprimendogli una forte distorsione personalistica. La sua trasformazione in una sorta di plebiscito sul governo farà diventare il Paese un ok-corral sempre più rissoso, dominato da estremisti. E diviso, non sul merito della riforma, ma su un fatto politico: la permanenza al potere di Renzi e dei suoi ripetitivi e mediocri portamicrofono! Non è la sola anomalia. La più importante riforma costituzionale dalla nascita della democrazia repubblicana porta la firma di una deputata – la Boschi – il cui seggio (come gli altri degli eletti con il premio di maggioranza!) è stata dichiarato illegittimo della Corte costituzionale! Altrove ci sarebbe stata la sollevazione dell’opinione pubblica. Delle sue rappresentanze. Della stampa libera. Di buona parte dello stesso mondo politico. In Italia, invece, il massimo di dibattito che si è svolto tra gli italiani sulla Boschi è stato se è o meno una bella donna!
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Il cosiddetto Porcellum ha causato distorsioni clamorose! Pensate, il numero di voti necessario per eleggere un deputato della maggioranza (quella “premiata”) era di circa 29mila voti, mentre la minoranza doveva averne circa 81mila. Gli effetti? Il Pd con 8.646.457 voti (25,42%) ha ottenuto 229 seggi (ben il 47%). Il M5S, con più voti, 8.704.969 (25,56%) ne ha ottenuto meno della metà, appena 102 (il 16,5%)! La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle liste bloccate e di quel premio di maggioranza. Tuttavia, in nome del principio della continuità dei poteri fondamentali dello Stato, ha evitato di dichiarare l’illegittimità tout-court anche del Parlamento, invitando invece le Camere ad eliminare gli aspetti della legge in contrasto con la nostra Carta fondamentale. Tutto si sarebbero aspettati, i compassati e solenni giudici della Corte, tranne che quello stesso Parlamento – fortemente indebolito da quella pronuncia – si avventurasse in una vastissima operazione di modifica (o di stravolgimento!) della Costituzione! E senza neppure l’ombra di quella vasta condivisione voluta dai Padri costituenti a garanzia delle regole del gioco! Insomma, sotto un profilo strettamente istituzionale (cosa poco rilevante in Italia!), quasi un golpe!

Nel merito, poi, non c’ è alcuna necessità di rafforzare il governo. Palazzo Chigi ormai si è impossessato stabilmente del potere legislativo, tra disegni di legge, decreti-legge e legislativi e voti di fiducia. Casomai, è il Parlamento ad essere molto debole, perchè riesce a stento a far approvare una sua proposta solo ogni 16 di quelle governative! E il Senato? La riforma lo riduce a un ibrido. Non è più assemblea legislativa eletta dal popolo e neppure Camera dei poteri locali. Con la riforma vengono riportate in testa allo Stato molte competenze finora attribuite alle regioni! I nuovi senatori saranno esponenti della classe politica regionale, quella di tanti scandali! Per giunta, dotati di immunità! E scelti (ma cosa vuol dire?) “in conformità della volontà degli elettori per l’elezione dei candidati consiglieri”? Non si sa bene chi rappresenteranno: lo Stato o le Regioni? Infatti, non avranno neppure il vincolo di mandato previsto nel Bundesrat tedesco. Infine, le procedure di approvazione delle leggi saranno molto diverse, a seconda delle materie. Il Senato potrà richiamarle oppure no. E la Camera autorizzarne i cambiamenti. O invece respingerli, però a maggioranza qualificata. Un puzzle complicato che non faciliterà certo l’iter legislativo! Ed è davvero strana l’ostinazione con cui l’ex Capo dello Stato Napolitano sorvola sui tanti rilievi sottolineati da molti illustri costituzionalisti!
Infine, l’Italicum. Regalerà ad un solo partito la maggioranza assoluta della Camera dei deputati. Quindi il governo. Gran parte dei membri del Csm e della Corte costituzionale. E un ruolo decisivo nell’elezione del Capo dello Stato! La storia repubblicana italiana è stata sempre fondata sulle coalizioni, finalizzate all’allargamento progressivo dell’area di governo. Tutto il potere ad un solo partito, in Italia, si era visto finora solo con la famigerata legge Acerbo nel ventennio fascista. Questa è la vera posta in gioco nel referendum! Ma ne riparleremo…
Erio Matteo

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