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N ell’ agenda dell’anno che si è appena aperto sono molte le scadenze che riguardano la nostra Irpinia. Tra esse alcune hanno assoluta priorità. Penso alla sopravvivenza di alcuni piccoli Comuni dissanguati dallo spopolamento. E’ una gravissima emergenza. La fuga dei cervelli necessita di riforme radicali. La speranza è che essa trovi una risposta nel Piano Sud, annunciato dal premier Conte che sarà reso noto verso la metà di questo mese. Secondo alcune anticipazioni dovrebbe essere la ricerca il punto di attacco per fermare l’emigrazione giovanile, soprattutto intellettuale. In questa direzione sembra muoversi il neo ministro Gaetano Manfredi che ben conosce il problema, anche per le sue frequentazioni nei Comuni dell’Alta Irpinia. Nell’agenda del 2020 altro appuntamento di rilievo è la futura gestione dell’Alto Calore. Definito il principio che l’acqua è pubblica, ora bisogna sventare il fallimento dell’ente. Il lavoro sin qui svolto dal presidente Ciarcia si è rivelato di grande responsabilità, attivando colloqui con gli amministratori locali per arrestare gli appetiti di quanti vorrebbero mettere le mani sulla gestione della risorsa idrica. Se così fosse, dopo la beffa e lo scippo delle nostre acque da parte dell’Acquedotto pugliese si consumerebbe un’ulteriore violenza. La questione ambientale è tra le priorità del nuovo anno. In particolare rifiuti e inquinamento dei fiumi necessitano di un programma di prevenzione che assicuri anche urgenti misure a tutela della salute delle comunità. Sul tema della sanità il 2018 ha fatto registrare un oggettivo arretramento sia sul piano dei servizi ai cittadini, che sul ruolo delle strutture. Singolare è il depotenziamento di alcuni dipartimenti del Moscati e l’allegra gestione del Landolfi di Solofra. Qui si dovranno spendere milioni senza ancora definire il ruolo che quel presidio sarà chiamato a svolgere. Una riflessione va fatta anche sulla Giustizia. Dopo la cancellazione dei cosiddetti Tribunali minori, si è aggravata la situazione della lentezza dei processi. Né si vede all’orizzonte la costruzione della cittadella giudiziaria che comporterebbe benefici sia nell’efficienza che nei costi di gestione. Il lavoro, in ogni caso, resta il problema dei problemi. Le crisi dello scorso anno vanno intese come un campanello d’allarme. I sindacati dovrebbero allungare lo sguardo non solo proteggendo chi un lavoro già lo ha, ma diventando parte attiva per la creazione di nuovi posti. Infine, ma non ultimo, il “caso Avellino”. Il tempo degli annunci si è ormai consumato. I segnali di una ripresa sull’immagine godereccia deve lasciare il posto ai problemi irrisolti. E’ tempo di portare a compimento i tanti cantieri aperti e di affrontare la quotidianità con interventi mirati. Mobilità nei trasporti, ristrutturazione delle strade e gestione dell’ordinario vanno affrontati con decisione. L’agenda del 2020, come si vede, è ricca di appuntamenti. Vanno onorati nel rispetto della questione morale, privilegiando meriti e competenza. Ed è questo, forse, l’aspetto fondamentale difficile da perseguire.

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