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Sia per tutti un Natale all’insegna della buona salute, della serenità e della pace in solidarietà. In questa occasione una riflessione su tutte occupa lo spazio della mente. Riguarda il ritorno alla radice delle migliaia di giovani costretti ad abbandonare la propria terra per mancanza di lavoro. E’ questa la vera emergenza sociale che tarpa le ali allo sviluppo dell’Irpinia. Dentro lo spopolamento c’è il tradimento di una classe dirigente che non ha saputo, per tempo, creare le alternative. Il lungo viaggio tra speranze disattese e fallimenti di ipotesi di sviluppo ammoniscono che non si può perdere altro tempo. I nostri giovani sono tra i migliori ricercatori nel mondo. Essi contribuiscono, con la loro sete di conquista delle innovazioni, a far avanzare il mondo in molti settori, firmando prestigiose novità. Sono ragazzi di Andretta, Calitri, Sant’Angelo dei Lombardi, Lacedonia, Avellino, ecc. che fuggono dalla disperazione, ribellandosi al dolce far niente. Questo accade mentre qui si blatera spesso sul sesso degli angeli. Qualcosa però oggi si può fare, oltre a sprecare risorse impiegate in dubbie prospettive di sviluppo turistico o nella giungla, sempre più prospera, del settore dell’enogastronomico. Si può puntare sull’emigrazione di ritorno dei tanti giovani che hanno acquisito altrove meriti e competenza da utilizzare nei nostri territori. Si può fare, si deve fare alzando il pensiero verso il futuro e scommettendo sulle opportunità che offrono i tempi che cambiano. A questi giovani, alle loro famiglie, a quanti credono che il ripopolamento possa essere la sfida vincente del futuro, buon Natale.
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