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NAPOLI – “Non a caso la fusione è stata presentata alla vigilia della notte degli zombie. Quando faranno rivivere ancora una volta i ‘piani industriali fantasma’ di Fca (ormai trentennali) nell’effimera notte di Halloween”. Lo afferma in una nota lo Slai Cobas di Pomigliano che parla di scandalo dell’auto elettrica italiana: 333 miliardi e 740 milioni di lire – dice – furono già regalati dallo Stato (e a obtorto collo dai lavoratori e dai contribuenti) alla Fiat, oggi Fca, per realizzare l’auto elettrica in Italia e produrre già 23 anni fa (nel 1996, nell’ex Alfa di Arese) la prima vettura elettrica e un’altra di seconda generazione nel 1999, più un’altra vettura ibrida (benzina/elettrica)”. “C’è poca attenzione da parte del Governo centrale e delle istituzioni locali. A differenza di quello che accade in Francia”. Così il segretario della Fiom irpina, Giuseppe Morsa. “Non è chiaro se possano esserci delle sovrapposizioni di produzioni”, spiega. “Peugeot ha degli stabilimenti che producono motori diesel con la stessa cilindrata di quelli di Avellino. Inoltre, considerato che loro sono avanti per quanto riguarda l’elettrico, l’abbandono della produzione dell’ endotermico, il diesel, non sarà certo a vantaggio della Fiat. Se prevale l’idea che si debbano produrre motori ibridi, Pratola Serra potrebbe avere qualche problema. Ma questo lo verificheremo con la presentazione del Piano industriale”. Per la Fiom nazionale “la decisione di Fca e Psa di avviare un negoziato per la fusione dei due gruppi, se dovesse raggiungere l’intento, determinerà un impatto importante sul settore dell’automotive a livello internazionale, determinando la nascita del 4º gruppo mondiale per la qualità e capacità dei lavoratori nella ricerca, sviluppo e produzione. Tenere fuori dal confronto fino ad oggi i lavoratori e la loro rappresentanza dimostra una mancanza di riconoscimento del ruolo che chi lavora rappresenta. I lavoratori sono il centro ma non sono riconosciuti non solo dalla proprietà ma anche dal governo. La Fiom considera inaccettabile la decisione del governo italiano di svolgere un ruolo di “osservatore”, dopo aver convocato un tavolo istituzionale sull’automotive. Mentre il governo francese ha chiesto che l’eventuale intesa garantisca i lavoratori e la produzione, compresa la filiera in Italia, da parte nostra c’è disattenzione verso un’operazione che avrà ripercussioni su tutta l’industria italiana. La Fiom chiede al presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo economico di rivedere la posizione assunta e svolgere il ruolo istituzionale che gli compete: ascoltare i rappresentanti dei lavoratori e aprire un confronto con Fca con l’obiettivo di garantire l’occupazione, la filiera dell’automotive e l’interesse del nostro paese. L’accordo tra Fca e Psa genererebbe da subito un risultato positivo per gli azionisti con una cedola di 5,5 miliardi che si aggiungerebbero ai risultati ottenuti con la vendita di Magneti Marelli. La Fiom ritiene che bisogna investire le risorse finanziarie per rilanciare un piano industriale che saturi la capacità produttiva con nuovi modelli innovativi ed ecologici. La Fiom chiede l’apertura di un confronto con l’azienda e la garanzia del governo per far ripartire gli stabilimenti italiani, “oggi tutti in cassa integrazione, e garantire l’occupazione e la capacità di ricerca, sviluppo, ingegnerizzazione e produzione, dall’assemblaggio alla componentistica, nel nostro paese”. La Fiom aprirà “un confronto con i sindacati europei presenti nel gruppo e, nei prossimi giorni, sarà impegnata in assemblee e iniziative utili a supportare le richieste nei confronti di azienda e Governo “ E ancora: “La fusione tra Psa e Fca è un passo importante che porterà il gruppo al quarto posto nella classifica mondiale dei produttori. Ma ora bisogna capire come interverrà il Governo italiano vista la presenza di una partecipata del Governo francese in Peugeot, e come saranno confermati i piani annunciati da Fca per gli stabilimenti italiani”. Lo ha detto il segretario regionale campano del settore auto per la Uilm, Crescenzo Auriemma, commentando l’annuncio di Fca e Psa di essere al lavoro per una fusione. “L’accordo PSA-FCA porterà il gruppo al quarto posto nella classifica mondiale dei produttori di auto – ha spiegato Auriemma, ma dopo questo passo importante è necessario capire come si intende andare avanti, nel prossimo futuro, nel mantenimento degli stabilimenti italiani e nella conferma dei piani industriali che sono stati annunciati da Fca. Auspichiamo che sia vero che non ci sarà nessuna chiusura di stabilimenti italiani ed europei, e speriamo in una crescita ed una produzione di quelli che potrebbero essere nuovi modelli sul mercato in particolar modo quelli di Fca, partendo dalla Tonale annunciata per lo stabilimento di Pomigliano”.
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