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(di Maria Gabriella Giannice)
ROMA – Il sito di Napoli di Whirlpool non chiuderà e non sarà venduto. Questi i buoni propositi della multinazionale di elettrodomestici che ieri ha presentato al ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio e ai sindacati 5 proposte per rilanciare la produzione e garantire i livelli occupazionali. In cambio Di Maio ha messo sul tavolo la decontribuzione per 17milioni di euro sui contratti di solidarietà nei prossimi 15 mesi. Per Whirlpool si tratta di 17 milioni di risparmi in tasse non pagate. Il premier Giuseppe Conte ha annunciato alla Camera la svolta positiva delle trattative durante la sua informativa ai deputati. Ai lavoratori di Napoli, in presidio sotto al Mise con le magliette «Whirlpool Napoli non molla», la notizia è stata data dai delegati sindacali. Dalla prossima settimana la vertenza passerà ai tecnici, chiamati a esaminare le proposte illustrate dall’amministratore delegato e di Whirlpool Italia, nonché vice presidente operazioni industriali della regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), Luigi La Morgia. Già dall’incontro di ieri si profila il percorso sul quale la trattativa sarà avviata. Sullo sfondo resta l’oggettiva crisi globale del settore delle lavatrici di alta gamma, e il calo pesante delle esportazioni. Napoli ora sta lavorando sotto il 40% della sua capacità e i dipendenti, in solidarietà, lavorano 6 ore al giorno per 8/9 giornate al mese.
Al tavolo Di Maio ha subito eliminato l’ipotesi di trasferimenti a Napoli di produzioni da altri siti italiani. «Non voglio guerra fra poveri» ha detto. Resta invece, e piace molto ai sindacati, l’ipotesi di un trasferimento di parte delle produzioni dall’estero delle lavatrici di alta gamma per fare di Napoli quello che, in realtà dovrebbe già essere secondo il piano di ottobre, cioè il centro di produzione principale dell’alta gamma.
Per l’azienda invece la proposta con più chance di resistere nel lungo periodo sarebbe il «cambio di missione dello stabilimento» con un cambiamento verso la produzione di nuovi prodotti «sotto una nuova realtà aziendale e con una nuova organizzazione del lavoro». Si tratterebbe quindi di una ristrutturazione con l’intervento di un nuovo partner industriale che La Morgia avrebbe già nel cassetto. Ma questa ipotesi non piace ai sindacati, perché temono sia un modo per incassare i 17 milioni di risparmi, guadagnare tempo e far perdere a Napoli (e all’Italia) una produzione di eccellenza. Al momento comunque la vendita resta «un’opzione ipotetica» perché, parole dell’azienda: «non è stata presentata nessuna manifestazione di interesse». Probabilmente a partire dalla prossima settimana si lavorerà a un sorta di compromesso fra le due ipotesi: fare di Napoli il centro della produzione alta gamma di Whirlpool (con probabili spostamenti di produzioni dalla Cina) e realizzazione di un nuovo prodotto a Napoli.
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