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NAPOLI – “Il Decreto liquidità adottato dal governo ha due enormi limiti: agisce solo sull’indebitamento delle imprese con l’erogazione di nuovi prestiti garantiti dallo Stato o la rinegoziazione di quelli già erogati, appesantendo la già critica situazione in cui versano le aziende. Sostituire un fatturato con nuovo debito è sbagliato”. Questo il parere del presidente dell’Ordine dei commercialisti ed Esperti contabili di Napoli, Vincenzo Moretta, espresso nel corso del webinar “Decreto liquidità, banche e commercialisti a confronto” organizzato dagli Ordini provinciali campani.
“Le imprese con sofferenze – ha proseguito il presidente dell’Odcec Napoli – sono escluse dalle misure previste dal governo. Proprio quelle che hanno bisogno di ossigeno e dovrebbero essere aiutate con finanziamenti a fondo perduto, come avvenuto ad esempio in Regione Campania. Sono sicuro che a livello nazionale stiano già lavorando per superare queste criticità che stanno ostacolando la ripartenza”.
A sostegno della tesi di Moretta è intervenuto Catello Maresca, sostituto Procuratore generale presso la Corte di Appello di Napoli: “La nuova proiezione di legalità dei commercialisti con la loro azione importante di contrasto al crimine consente di arginare le velleità delle organizzazioni mafiose che trovano terreno fertile proprio nei momenti di crisi generale”.
La necessità di fare chiarezza sul decreto liquidità e di mantenere il dialogo con gli istituti di credito è stata evidenziata da tutti i presidenti degli Ordini provinciali.
Per Francesco Tedesco, presidente dell’Ordine di Avellino: “Gli Ordini provinciali della Campania stanno offrendo un servizio ai colleghi, alle aziende e ai cittadini per districarsi nelle misure previste dal Decreto liquidità e in quelle regionali. In un momento di grandi difficoltà, che in un tessuto socio economico come il nostro vogliono dire anche estremo rischio criminalità, il nostro ruolo deve essere quello di presidio di legalità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Ordine di Caserta Luigi Fabozzi: “Il dialogo con gli istituti di credito per i finanziamenti previsti da governo ed enti locali ci consente di sensibilizzazione il mondo bancario sulle esigenze delle imprese. A tutti compete un ruolo sociale che deve prevalere rispetto a quelli che possono essere interessi personali e istituzionali”.
Per Fabrizio Russo presidente dell’Ordine di Benevento: “C’è l’esigenza di far convivere due necessità: quella di erogare rapidamente liquidità alle imprese in sofferenza, e quella di trovare strumenti adatti per impedire che la malavita riesca a inserirsi nelle procedure previste dal Decreto liquidità per trarne vantaggio economico. E’ evidente che il ruolo dei commercialisti diventa sempre più centrale per il raggiungimento dei due obiettivi”.
Per Giuseppe Crescitelli, presidente dell’Ordine di Torre Annunziata: “Il termine liquidità da 60 giorni è ormai sinonimo di bisogno di energia per la ripartenza. Siamo in piena pandemia economica e finanziaria, non solo sanitaria. Serve un patto con gli istituti di credito per fugare tutti i dubbi e dare certezze alle aziende su quando ci saranno le liquidazioni delle misure previste dal governo. C’è bisogno di linfa nuova e vitalità finanziaria, altrimenti sarà il collasso”.
Domenico Ranieri, presidente dei commercialisti del Nolano lancia un appello: “E’ fondamentale il confronto tra commercialisti e i principali istituti di credito per sviscerare tutte le problematiche relative al Decreto liquidità. Non c’è tempo ulteriore da perdere perché le imprese sono allo stremo e c’è bisogno di liquidità”.
Sul fronte degli istituti di credito la volontà di collaborare è forte. Il segretario della Commissione ABI Campania, Angelo Menichini, ha fornito due numeri importanti: “Da quando è stato aperto il Fondo di garanzia sono pervenute 82150 domande da parte delle aziende per un ammontare di circa 5 miliardi di euro di finanziamenti. Si tratta di numeri che parlano da soli per valutare l’impatto del Decreto liquidità nella nostra realtà economica”.
Uno dei temi più rilevanti è stato quello dell’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Decreto per colmare debiti pregressi. Angelo Cammarota, Direttore area Imprese Campania di Intesa San Paolo è stato chiarissimo: “Per Intesa San Paolo è stato fatto espresso divieto di utilizzare i fondi 25mila euro per estinguere esposizioni precedenti con la banca e se quest’ultima avesse fatto sconfinare consigliamo di erogare con assegno circolare o erogare su altra banca per evitare rischio di rientro. La nostra posizione è estremamente chiara e netta”.
E Matteo Germano, Direttore area Impresa di Benevento di Intesa San Paolo, ha aggiunto: “Il grosso delle richieste che stanno arrivando rientrano nell’ambito del 25 per cento del bilancio ultimo depositato. Al momento non risultano cumuli di domande di 25mila euro. È ovvio che misure sono cumulabili con altri finanziamenti. La peculiarità del finanziamento sta nella inderogabilità del periodo di pre ammortamento del finanziamento periodo di preammortamento fino a 24 mesi noi abbiamo chiesto che arrivi a 36 mesi e che non vada a rimborsare precedenti esposizioni del richiedente”.
Delle difficoltà del sistema bancario ha invece parlato Felice delle Femmine, Direttore generale della Banca popolare di Torre del Greco: “Il sistema bancario è sottoposto a varie forme di stress. Il controllo che si sta avendo oggi per gestire con efficacia del timing su queste misure è molto serrato. Il ruolo dei commercialisti è fondamentale per snellire le procedure e alleggerire anche il carico che si sta abbattendo sulle banche che, in molti casi, fanno anche consulenza a distanza per sopperire alle carenze di informazione. Bisogna far presto ma ci sono iter che vanno rispettati”.
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