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AVELLINO- Con la delibera di Giunta Regionale della Campania numero 102 dell’08 marzo, pubblicata ieri sul Burc istituzionale, Palazzo Santa Lucia approva lo schema di Accordo Quadro con Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. Un piano quinquennale per il trasporto ferroviario che, ancora una volta, tiene fuori la città di Avellino, e quindi tutta la provincia irpinia.
Attraverso il protocollo d’intesa che la giunta del Governatore Vincenzo De Luca ha sottoscritto con Rti, ha chiesto e ottenuto la nuova carta dei servizi e delle corse ferroviarie nel quinquennio 2022- 2027. Il capoluogo irpino, in tutto questo lasso di tempo, si dovrà accontentare di avere una sola corsa giornaliera per Napoli, per un tempo di percorrenza di 1 ora 40 minuti. Quindi quattro corse per Benevento, mentre vengono cancellati i treni per Salerno, dove si può arrivare solo intercettando l’unica corsa che parte da Benevento.
L’assenza di collegamenti per Salerno cristallizza anche i ritardi per il lavoro dell’elettrificazione che hanno viaggiato a vele spiegate fino al tratto Mercato San Severino. L’ultimazione del tratto Avellino.-Salerno è previsto nel 2023, il potenziamento della tratta fino a Benevento entro il 2025, ma alla fine non servirà a nulla senza previsioni di treni di passaggio. “ Ciliegina sulla torta” il mancato finanziamento della bretella di Codola Tornando al lungo piano allegato al protocollo con Rti, e che punta tutto sul potenziamento dei collegamenti da e per Napoli, Salerno e Caserta, anche fuori regione, l’unica voce che ricorda che in Campania esiste anche l’Irpinia riguarda Montoro. Il Comune dell’Irno diventa capolinea di quattro treni in direzione Salerno e ritorno. Poi più nulla.
A parlare dell’ennesimo schiaffo per Avellino e provincia, il Segretario provinciale irpino di Noi di Centro, Ciro Aquino. “Un piano- dice- che sancisce la definita esclusione della provincia di Avellino dalla elettrificazione della rete ferroviaria regionale. Approvando lo schema di Accordo Quadro, ex art. 23 del Decreto Legislativo 15 luglio 2015, n. 112, tra Regione Campania e Rete Ferroviaria Italiana s.p.a, si mortifica – senza alcun dubbio – l’Irpinia, escludendola da una grande opportunità di mobilità anche in quanto area interna della regione. E’ anche questo ascrivile a demerito ed incapacità dei consiglieri regionali irpini che, evidentemente, affaccendati esclusivamente nella ricerca di poltrone a favore di propri supporter elettorali, hanno smarrito ben presto le motivazioni per cui si sono candidati a rappresentare la provincia di Avellino nell’Assemblea legislativa campana”.
Di qui l’accorato appello a De Luca “ affinché possa porre rimedio a quello che è alla luce dei fatti è l’ennesimo scippo ai danni dell’Irpinia”. A parlate di “un’ offesa per la provincia di Avellino, una umiliazione per la città”, anche Pietro Mitrione di Inlocomotivi: “Una sconfitta per la Regione che ha finanziato la elettrificazione della ferrovia Benevento Avellino/Salerno- incalza- A questo punto chiudete la stazione, almeno consolidiamo il primato di non avere la ferrovia ad Avellino e saremo, in tal modo, una poche città italiane fuori dai collegamenti su ferro. Tenetevi la alta capacità. Fermate i lavori di elettrificazione. Scordatevi di Codola e della bretella di Benevento. Cancellate dalla geografia ferroviaria Avellino. Resterà, almeno, la ferrovia Avellino Rocchetta tutelata dalla legge istitutiva delle ferrovie storiche”. Quindi il ragionamento finale di Mitrione e l’appello alle istituzioni: “A questo punto bloccate ogni provvedimento fino alla completa elettrificazione, stralciate Avellino dal contratto di servizio siglato. Questa è una programmazione che risente dei lavori in corso.
Che senso ha siglare un contratto di servizio con Trenitalia se i lavori in corso interesseranno la stazione di Avellino almeno fino al 2026? Un contratto copia ed incolla ante elettrificazione da azzerare per la parte irpina. Fermate questo contratto di servizio ed accelerate i lavori in corso con un rigoroso rispetto del cronoprogramma previsto e che oggi riscontra forti ritardi. La città di Avellino merita un “pò” più di considerazione, almeno sulla carta. Sarebbe l’occasione per programmare i servizi con i rappresentanti del territorio in funzione della realizzazione di importanti opere di infrastruttura ferroviaria. Chi ci rappresenta – incalza il referente dell’Associazione- nelle istituzioni si facesse partecipe di denunciare questa realtà ed agisse di conseguenza. La società civile protestasse, non si può vanificare una opera infrastrutturale di valenza regionale costata 230 miliardi di euro, e che ora corre il rischio di fallire”.
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