Immagini della furia del maltempo in Irpinia
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MONTEFORTE IRPINO (AVELLINO) – Dopo i sessanta minuti in cui sono caduti circa 72 millilitri di pioggia a Monteforte e le conseguenti frane che si sono sviluppate una cosa è certa: l’allerta non è finita. È come previsto dalla Protezione Civile, nel pomeriggio di ieri è scattata una nuova ondata di maltempo.
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La pioggia non concede tregua alle decine di persone che dal pomeriggio di martedì stanno spalando garage e abitazioni, invase dal fiume di fango che è sceso giù dal Vallone Scuro-Santa Croce. Lo stesso che nel settembre del 2020 aveva provocato danni.
Stavolta le immagini della lingua di terreno nera hanno fatto il giro del Paese. Le auto scese a valle e diventate un tappo in Vico Ponte e la colata rapida di fango che a monte ha fatto tremare tutto.
La situazione attuale e la verifica dei danni
Non c’è ancora tempo per una vera e propria stima dei danni. Sarà necessario prima attendere le prossime 24 ore. Anche oggi è prevista un’allerta gialla.
Lo hanno detto con chiarezza al termine della riunione del Coc di ieri mattina sia lo stesso sindaco Costantino Giordano che il capo della Protezione Civile Regionale, Italo Giulivo. Quest’ultimo ieri mattina ha perlustrato la zona a monte e poi è giunto a Palazzo Loffredo per partecipare insieme al sindaco e al prefetto di Avellino Paola Spena alla riunione del Coc e al comandante dei Vigili del Fuoco Bellizzi.
«Stiamo verificando i danni, abbiamo un’incertezza perché nel pomeroggio (ieri ndr) è prevista una nuova allerta gialla e un’altra e’ prevista nella giornata di domani (oggi per chi legge ndr). Purtroppo gli effetto del cambiamento climatico sono una realta’ e dobbiamo convivere con loro, dobbiamo convivere con questi effetti temporaleschi».
Così ha esordito il Capo della Protezione Civile Regionale riguardo le frane: «Monteforte Irpino ha appreso la lezione, perché quello che si è verificato si è già verificato due anni fa, nel 2001, nel 98, nel 95. È una situazione da affrontare con opere strutturali importanti. Noi come Protezione Civile stiamo assicurando l’assistenza alla popolazione e il ripristino dei servizi essenziali. La fragilità idroeologica del Comune di Monteforte richiede un approccio strutturale importante».
Frane a Monteforte, quanto conta l’urbanizzazione?
Quanto conta il fenomeno di urbanizzazione: «Diciamo che l’urbanizzato è stato realizzato senza tenere in considerazione il delicato equilibrio idrogeologico di un territorio di montagna. Ci sono valloni che danno direttamente sull’abitato e in caso di pioggia, come ieri che in poco più di un’ora ha fatto registrare 71,8 millilitri di acqua, crea problematiche idrogeologiche».
Gli enti hanno realizzato «interventi di somma urgenza serviti a mitigare la prima inondazione» ma «quegli interventi si sono riempiti di materiale e vanno ripuliti».
«Dopo gli eventi di due anni fa sono stati progettati interventi significativi e a settembre un primo lotto andrà a gara».
Quello che serve è «puntare su interventi strutturali, anche perché ci sono tratti urbanizzati dove i torrrenti sono diventati degli accessi alle abitazioni, per cui bisogna far convivere le due cose».
Due i fronti della frana: «Un altro arriva da un vallone nella zona di Mercogliano, dove si trova l’Autostrada, si tratta di un doppio attacco. Quello del Valloncello Scuro-Santa Croce da un lato e quello del San Giovanni dall’altro».
Frane a Monteforte Irpino, la posizione del sindaco
Il sindaco di Monteforte Costantino Giordano è da martedì pomeriggio impegnato nel coordinare i soccorsi ed il lavoro per liberare le case ancora piene di fango e le strade, proprio per evitare che in casi di nuove ondate di maltempo possano ricrearsi le condizioni di martedì pomeriggio.
«Questa volta è stata dieci volte peggio del settembre del 2020» spiega Giordano
Lo stesso sindaco lancia un appello al Governo Centrale: «Sono deluso dall’epilogo dell’altra volta, visto che lo stato di calamità viene concesso solo in determinate circostanze, stavolta spero che il Governo centrale non ci lasci soli, insieme agli altri comuni danneggiati, a cui va la mia solidarietà e vicinanza».
E sugli interventi aggiunge: «Abbiamo un progetto già cominciato, anzi, quasi finito in Via Grosseto, ci sono stati gabbioni e messa in sicurezza. L’altra volta infatti ha preso tutto il Parco Elena, questa volta grazie a quei gabbioni non l ha proprio toccato. Dove abbiamo fatto la somma urgenza, in località Pastelle c’è un progetto definitivo che a settembre andrà in gara e poi c’è un altro progetto per cui attendiamo l’approvazione. I geologi stanno studiando, il professore Urciuoli, noi in due anni abbiamo fatto tanto. Abbiamo fatto tutto quello che era necessario. Con questa bomba d’acqua all’improvviso, che anche con dieci somme urgenze non si sarebbe risolto nulla».
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