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Soprattutto nei giorni feriali, le restrizioni anti-Covid19 hanno influito sulla qualità dell’aria in Campania in maniera evidente per quanto riguarda le concentrazioni di monossido di azoto, le cui medie giornaliere sono calate di oltre il 50 percento fino quasi ad azzerarsi a fine marzo in alcune città. Per quanto riguarda gli altri inquinanti, in particolare le polveri sottili, non si registrano variazioni significative che possano essere associate al lockdown, se non nelle sere dei giorni festivi, quando si registra in media una diminuzione dei valori orari, probabile conseguenza dell’assenza di movida.
Arpac ha completato l’analisi dei dati forniti dalle centraline delle cinque città capoluogo, con riferimento a un periodo che va dal 24 gennaio 2020 fino a tutto il mese di marzo e ai parametri monossido di azoto (NO), biossido di azoto (NO2), polveri sottili (PM10 e PM2.5), confrontandoli con quanto registrato nello stesso periodo nei tre anni precedenti. Le restrizioni agli spostamenti sono in vigore in Campania a partire dallo scorso 10 marzo.
Nella seconda decade del mese, la situazione meteorologica ha favorito il ristagno delle polveri sottili, con condizioni di alta pressione in coincidenza delle quali si sono verificati superamenti del limite di legge nei capoluoghi campani, nonostante le restrizioni fossero già in vigore. «Il calo delle concentrazioni di polveri sottili rilevato a fine marzo», spiega Giuseppe Onorati, dirigente della UOC Reti di monitoraggio e Cemec, «è legato ad aspetti meteorologici più che alle misure di contrasto dell’epidemia. Infatti, quando le condizioni meteorologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti sono state interrotte dall’afflusso di polveri di origine naturale dalle coste del Mar Caspio, si sono registrati superamenti del limite di legge a Napoli, sebbene la drastica riduzione del traffico fosse in atto da molti giorni».
Con alcuni grafici pubblicati nella sezione “Qualità dell’aria / Report e relazioni” del sito istituzionale, che si aggiungono al report già pubblicato lo scorso 27 marzo, l’Agenzia offre anche un’analisi per ogni singolo capoluogo, in cui i dati rilevati quest’anno a marzo sono confrontati con quelli rilevati nello stesso periodo nei tre anni precedenti.
Ad Avellino, le diminuzioni delle concentrazioni di monossido di azoto sono marcate, soprattutto nella terza decade del mese quando si sono registrati valori prossimi allo zero. Invece le concentrazioni medie giornaliere di PM10 risultano in molti casi addirittura superiori agli anni precedenti, soprattutto nella seconda decade, nonostante le restrizioni fossero già in vigore.
A Benevento, le concentrazioni medie giornaliere di monossido di azoto, rilevate quest’anno a marzo, sono state inferiori ai 5 microgrammi per metro cubo, con diminuzioni dell’ordine del 75-80 percento rispetto agli anni precedenti. Anche le concentrazioni di polveri sottili appaiono inferiori a quelle registrate negli anni precedenti, ma la diminuzione è meno marcata nella seconda decade, per via delle condizioni meteo.
Anche a Caserta, le concentrazioni medie giornaliere di monossido di azoto, rilevate quest’anno a marzo, sono state inferiori ai 5 microgrammi per metro cubo, ma in questo caso il calo è stato meno evidente perché negli anni scorsi erano comunque più basse rispetto ad altri capoluoghi. Le concentrazioni di PM10 sono risultate inferiori rispetto agli anni precedenti, tranne che nella seconda decade.
A Napoli, si riscontra a marzo una diminuzione delle concentrazioni di monossido di azoto rispetto a quanto riscontrato nello stesso mese nei tre anni precedenti, una diminuzione però meno marcata di quanto rilevato negli altri capoluoghi, tranne che nella terza decade, quando i valori rilevati si approssimano allo zero. Per le concentrazioni di PM10, si riscontra una debole diminuzione rispetto agli anni precedenti, limitata da fattori meteo come l’afflusso di polveri di provenienza asiatica registrato a fine mese.
A Salerno, si è verificata una riduzione molto marcata delle concentrazioni di monossido di azoto a marzo, se raffrontata con le serie storiche: un abbattimento di questo inquinante che diventa quasi totale nella terza decade del mese, con valori prossimi allo zero. Il calo delle concentrazioni di PM10, rispetto a quanto riscontrato negli anni precedenti, è invece lieve, ma nella seconda e terza decade è più evidente che a Napoli.
«Per il mese di aprile», afferma il commissario straordinario Arpac Stefano Sorvino, «è probabile un ulteriore miglioramento della qualità dell’aria in Campania, perché dovrebbero diminuire le emissioni dei riscaldamenti domestici. A marzo, infatti, le emissioni da questa fonte sono presumibilmente aumentate rispetto agli anni precedenti, in parte per effetto delle misure anti-Covid, perché ovviamente le persone passano più tempo a casa, e in parte per le temperature rigide che hanno caratterizzato la fine del mese. In ogni caso le attività di monitoraggio dell’Arpa Campania proseguiranno intensamente anche in questa critica situazione, in modo che si possa disporre di dati particolarmente significativi nelle condizioni attualmente date per lo studio delle criticità ambientali».
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