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AVELLINO- Scompaiono le file al Paladelmauro, ma anche le convocazioni di alcuni docenti, che nonostante siano nella priorità in tutto il resto del Paese, vengono dimenticati ad Avellino. E le prenotazioni, che dovevano diventare l’antidoto alla disorganizzazione della campagna vaccinale, si trasformano in una vera e propria «lotteria». Utenti che dalla città capoluogo vengono dirottati per la somministrazione della terza dose a decine di chilometri di distanza. I più fortunati a Cervinara, ma c’è chi addirittura dovrà raggiungere Ariano e Grottaminarda. Quasi una toppa peggiore del buco, quella per la campagna di immunizzazione che si sta trasformando in un disastro.

Nei centri vaccinali intanto, l’ultimo giorno di somministrazione senza prenotazione hanno fatto registrare 2850 dosi inoculate. Non sono pochi i docenti che hanno atteso inutilmente la convocazione ai centri vaccinali del territorio per sottoporsi alla terza dose. Quell’Sms non è mai arrivato, malgrado siano scaduti i sei mesi dalla somministrazione della seconda dose e si avvicini la data del 15 dicembre, dalla quale entrerà in vigore l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. “Le perplessità sono tante – spiegano alcuni insegnanti – perché la maggior parte dei nostri colleghi ha ricevuto la convocazione a sei mesi esatti dalla somministrazione della seconda dose.

Per molti di noi è trascorsa più di una settimana dalla scadenza dei sei mesi. Non riusciamo a capire perché alcuni docenti siano stati saltati o se sia trattato di un errore, per cui l’sms non è partito. Abbiamo provato a chiedere spiegazioni ai centri vaccinali, ci hanno detto che si sono fatti già portavoce delle nostre lamentele, che probabilmente riceveremo l’sms nei prossimi giorni, che non potevano certo sottrarre una dose a chi si era prenotato. In alcuni casi siamo stati invitati a prenotarci per i successivi open Day.

Chiediamo semplicemente che siano rispettati i nostri diritti come è accaduto per gli altri docenti. Non capiamo perché ad alcuni sia stata data la possibilità di vaccinarsi con la terza dose e a noi no. Ci continuano a ripetere che è stata Soresa a gestire tutto ma proprio per questo chiediamo che si intervenga per risolvere quella che è una chiara criticità del sistema. Salutiamo con piacere l’entrata in vigore del sistema di prenotazioni che garantisce meno confusione ma chiediamo una risposta certa ai nostri dubbi su quando potremo ricevere terza dose. Se dobbiamo andare in altri centri ce lo dicano”.

Gli imprenditori irpini hanno scritto all’Asl e al Comune di Avellino, chiedendo: «Richiesta giornata da destinare vaccinazioni per imprenditori commerciali e dipendenti. Con la presente, la scrivente Associazione, chiede a codesta Azienda di valutare la possibilità di creare un’apposita “finestra” vaccinale da dedicare ai titolari di attività commerciali e ai loro dipendenti in attesa di completare il ciclo vaccinale o ricevere la terza dose, al fine di poter assicurare un servizio in sicurezza a loro stessi e ai loro clienti.In attesa di riscontro e dando la massima disponibilità per ogni forma di collaborazione, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti».

La Cgil ha scritto una lettera aperta firmata anche da Federconsumatori, chiede di intervenire sull’Asl di Avellino al Governatore della Campania De Luca, al Prefetto di Avellino Spena e al Presidente della Commissione Sanità Vincenzo Alaia. Nella sostanza, Cgil chiede di ripristinare i 22 centri vaccinali rimasti attivi fino all’estate, prima della chiusura seguita alla flessione dell’afflusso. «Migliaia le persone dei paesi limitrofi ad Atripalda lasciate sole senza riferimenti informativi e strutturali. Ci segnalano che sono particolarmente difficoltose anche le prenotazioni telefoniche per il sovraccarico delle linee ».

A denunciarlo è il senatore della Lega Ugo Grassi. «Le autorità preposte dell’ASL AV si trincerano dietro un generico “mancanza di personale»”. Temo un forte impatto sociale negativo che rischia di penalizzare un patrimonio di sensibilizzazione di grande valore. Le persone sono la chiave del successo di queste esperienze: professionalità, umanità e passione devono segnare il lavoro di tutti i responsabili nel campo sanitario, come fatto in questo lungo anno e mezzo dai nostri medici ed infermieri, ma anche e soprattutto da parte di chi esercita ruoli di coordinamento nella pubblica amministrazione e, più in generale, nella politica».

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