X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Le prenotazioni sono arrivate veloci, allo scoccare delle ventidue dell’altra sera. L’avviso dell’Open day bis in Irpinia, con Johnson & Johnson, ha messo in moto la macchina delle richieste. Oggi dalle 8 alle 24 in quattro centri territoriali si procederà alla somministrazione del vaccino monodose: a disposizione c’erano 1920 dosi che saranno così distribuite: 960 ad Avellino, 320 per ognuno degli altri tre centri: Grottaminarda, Montoro e Mugnano del Cardinale. Se questa è la situazione, mentre si scrive, alla vigilia del nuovo open day in Irpinia, dopo il successo dello scorso fine settimane, con oltre settemila dosi somministrate, ci sono ancora tante altre situazioni di cui tener conto. L’altra cronaca è quella dei malumori, delle lunghe attese, delle proteste.

La prima cronaca dei disagi è di ieri mattina al centro vaccinale di Atripalda di via Rapolla, dove fin da subito si è notato un certo assembramento. Ed effettivamente i convocati hanno dovuto aspettare più del consentito, arrivando ad accumulare due ore sulla tabella di marcia. Tra i convocati provenienti dai comuni vicini, tra cui Aiello del Sabato, anche chi aveva problemi post- operatori, ed ha deciso di rinunciare al vaccino, non avendo avuto, tra l’altro, nessuna spiegazione sulle ragioni del ritardo. Per placare gli animi di persone visibilmente spazientite sono arrivati i vigili urbani di Atripalda, successivamente anche i carabinieri. Situazioni che certo non fanno bene a nessuno, soprattutto a chi aspetta da mesi di essere convocato, per poi ritrovarsi davanti a simili disagi. E anche a dover rinunciare al vaccino.

Se il piano vaccinale procede dunque per alcuni versi, subisce queste battute d’arresto che non portano a nulla di buono. Basta passare davanti alla sede dell’Asl di via degli Imbimbo per trovare la sintesi di quanto si sta dicendo. Qui si trovano decine di persone, ogni giorno: c’è chi è venuto più volte, lamentando una serie di questioni, ma senza ancora trovare risposta. Funziona più o meno così: un impiegato dell’Asl riceve la segnalazione, che verrà smistata agli uffici di competenza.

Nessuno pare riesca a parlare direttamente con qualche riferimento specifico nel settore della campagna vaccinale: la mancanza o la difficoltà di comunicazione rende le cose molto più difficili, per chi per lavoro o per assistenza a familiari ha necessità e urgenza di risolvere la sua posizione sanitaria. E così c’è chi è costretto a tornare più volte davanti agli uffici dell’Asl, per riuscire a sperare in un chiarimento utile. Altro capitolo, quello del numero attivato dall’Asl per poter segnalare il proprio problema. Anche qui non c’è molto di cui sperare. Basta provare, per credere.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE