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AVELLINO- Ottomila irpini contagiati da marzo ad oggi sono stati curati in casa, grazie al contributo della medicina territoriale. Quella pronta anche ora a dare il suo contributo per la campagna vaccinale. Ma servono investimenti. E- l’elemento più importante che emerge dal confronto tra tutte le sigle della sanità e il consigliere regionale Livio Petitto, organizzato ieri mattina nella sede dell’Ordine dei Medici di Avellino.
A fornire le cifre è stato il presidente dell’Ordine, Francesco Sellitto: «Quello che posso dire è l’impegno importantissimo che la medicina del territorio sta dando in questa pandemia. Ho dato dei numeri, che penso siano importanti. Novemila pazienti ammalati in provincia di Avellino, 533 curati in ospedale e almeno 8500 curati a casa, grazie all’impegno della Medicina del Territorio. Faccio anche una valutazione ed una questione di costi. I 533 pazienti che sono stati ricoverati in ospedale costano almeno tre volte degli 8500 curati a casa. Questo vuol dire che un territorio forte, sul quale bisogna investire assolutamente , può fare risparmiare tantissimo alla sanità campagna e può far curare meglio i cittadini campani. Per questo il nostro appello è che venga organizzata al meglio la sanità territoriale. Servono investimenti sulla medicina del territorio. Abbiamo registrato la partenza delle Aft (Aggregazioni funzionali territoriali ndr), noi ci auguriamo che questa rete degli Aft venga organizzata ancora meglio, con la partecipazione degli specialisti ambulatoriali della continuità assistenziale, che al momento sono fuori, perché la rete coinvolge solo i medici di medicina generale. Quando andremo a regime completo, con la partecipazione di tutte queste figure professionali, veramente avremo con la formazione dei micro-team, di cui stiamo parlando da tempo, la medicina territoriale andrà al meglio delle sue funzioni. La battaglia per le vaccinazioni sta continuando, oerchè ci sono medici e pensionati che continuano ad avere contatti con il territorio e l’utenza. Ad oggi ci sono ancora mille medici da vaccinare, penso saranno tra i primi a cui verrà somministrata la dose di vaccino».
Un impegno a cui ha fatto riferimento anche Ludovico Di Vito della Fimg: «I medici di famiglia da venti anni eseguono le vaccinazioni a larga scala. E’ un dovere per noi farlo. Adesso stiamo affrontando il primo step, il secondo sarà più impegnativo ma è importante un maggiore accordo con le altre realtà dei territori». Una «prova generale». Così l’ha definita Filomena Di Benedetto della SNAMI: «Questa fase delicata richiede l’organizzazione compatta e il dialogo più forte con le Asl e la Regione,c’è necessità di lavorare tuttio insieme, anche per consentire al paziente di recuperare fiducia». Medicina territoriale decisiva anche per far fronte alla rete ospedaliera, ma serve investire, come ribadisce Arturo Iannaccone del Sumai: «L’appello che arriva è quello di rafforzare e potenziare la medicina del territorio. Abbiamo verificato che da sola la rete ospedaliera non ce la fa. Quindi se non si potenzia la rete del territorio, che ha già fatto tantissimo, visto che i medici di medicina generale hanno curato i pazientri a casa, gli specialisti ambulatoriali sono stati nei loro ambulatori presso i Distretti a seguire i pazienti per le altre patologie, perché non dobbiamo dimenticare che le altre patologie non è che sono scomparse».
Istanze che ora Livio Petitto dovrà farsi carico di portare alla Regione. Il consigliere regionale irpino non solo ha ringraziato i medici per il lavoro svolto, da sentinelle sul territorio, che ha evitato di ingolfare la rete ospedaliera e si è impegnato con la sua presenza a «per dimostrare che la Regione è vicina ai medici e ci sarà sicuramente un contributo forte quando si farà chiarezza sulla questione vaccini. I medici sono le “sentinelle” del nostro territorio. Non può mancare la sinergia con questa categoria. Per quanto riguarda l’incongruenza sulla distribuzione dei vaccini, ripeto, il governo deve fare chiarezza. Occorrono i vaccini per consentire a questo paese di ripartire».
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