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Sale a 12 il numero degli infermieri contagiati in Provincia di Avellino, equamente divisi tra il Moscati della città capoluogo e il Frangipane di Ariano. I numeri dei professionisti della sanità che si sono ammalati di covid negli ultimi 30 giorni, a partire dalla riesplosione dell’emergenza, molto inferiore rispetto alle cifre allarmanti dell’entroterra napoletano (ben 520), e anche profondamente diversi per minore estensione territoriale, non devono assolutamente far abbassare la guardia e lasciar pensare che la situazione irpina sia rosea.

«Al Moscati stiamo vivendo gli stessi disagi di altri ospedali nazionali, dice il referente regionale Campania del Nursing Up, Mario De Santis, anche se le assunzioni arrivate nelle ultime settimane per avviso pubblico hanno attenuato quella che è una situazione drammatica che al momento stiamo vivendo in tutta il resto della Regione».

L’accorpamento dei reparti, il caso “mai chiarito fino in fondo” della scarsa sicurezza della Palazzina Alpi con la minaccia di dimissioni di 4 medici che per ora qualcuno ha insabbiato, la carenza di guanti e disinfettanti che è stata denunciata da numerosi infermieri nei giorni scorsi ma che sempre qualcuno, all’interno del presidio avellinese, vorrebbe tenere nascosta per evitare clamori.

Le problematiche non mancano, a partire dai disagi al pronto soccorso e al caos del 118, dove seppur in tono minore rispetto alla provincia di Salerno e Napoli, cominciano a scarseggiare gli infermieri, chiamati a tappare le falle e a coprire i servizi nei reparti covid. Nonostante quindi la carenza di forza lavoro anti-covid non tocchi l’emergenza di un Cardarelli o di un San Leonardo, guai a pensare che il Moscati sia oggi un’isola felice. Registriamo la stanchezza degli infermieri, i turni massacranti, il contatto costante e diretto con i pazienti infetti che non fa il paio con uno screening e un controllo del personale sanitario che andrebbe effettuato con maggiore tempestività per evitare un aumento dei contagi da parte del personale sanitario.

Gli infermieri reggono con il peso delle loro mani il macigno di un sistema sanitario che è il vero malato da curare. L’invito del Nursing Up, l’accorato appello, anche per il Moscati, è quello di non commettere l’errore di altre regioni e province e di non pensare di sostituire gli infermieri con personale che non abbia una medesima qualifica.

«Leggiamo, a livello nazionale, dice il presidente De Palma da Roma, che vogliono inserire neo laureati, subito, nei reparti covid, accelerando addirittura il percorso di fine studio per gettarli nella mischia. Pensiamo che sia un errore gravissimo. Manca loro l’esperienza e la conoscenza per affrontare il nemico. Dove era questo governo, dove erano le regioni, quando l’arrivo della nuova emergenza andava gestito per tempo con netto anticipo? E ci chiediamo perchè mancano all’appello infermieri sul mercato? Ma voi accettereste di lottare contro la morte con contratti di tre mesi?».

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