X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

AVELLINO- Moscati, oggi il confronto si sposta in Prefettura. Convocati alle undici dal prefetto Paola Spena sia la direzione del Moscati che quella dell’Asl di Avellino, oltre alla rappresentanza del Nursind che ha proclamato lo stato di agitazione del personale. E visto che tra le contestazioni che sono state mosse da parte degli infermieri, c’è anche quella della rete territoriale che non funziona come dovrebbe, al tavolo di conciliazione è stata invitata anche la manager dell’Asl di Avellino. Un passaggio chiave, che ha portato il Prefetto a convocare anche la Direzione Generale di Via Degli Imbimbo. Anzi, era stata proprio stigmatizzata «Inadeguatezza della rete territoriale: gravi criticità della rete territoriale specie nell’assistenza domiciliare a pazienti cronici e a sospetti Covid. Questi ultimi anche se hanno condizioni cliniche stabili anziché essere assistiti a domicilio, vengono trasportati tramite il Servizio d’Emergenza-Territoriale presso il Pronto Soccorso del Moscati. Nonostante l’attiva – zione delle USCA (Unità Speciali Continuità Assistenziali) da parte dell’ASL di Avellino, l’assistenza di questi pazienti è affidata quasi totalmente agli Ospedali con gravi ripercussioni sui Dipartimenti d’Emergenza/Accettazione». Intanto sempre alla Città Ospedaliera è tornata la Breast Unit. E intanto l’Asl di Avellino finisce nel mirino della Cisl. Una dura nota, quella del segretario generale della Funzione Pubblica Antonio Santacroce, che sollecita proprio l’in – tervento del prefetto sulla questione dei contratti fermi con la scusa del Covid. «Nonostante la proposta del Contratto decentrato integrativo sia stata presentata e i ripetuti solleciti da via degli Imbimbo nessuna risposta», dice Antonio Santacroce, segretario generale Cisl Fp Irpinia Sannio. «Il momento è delicato – osserva – ma continuare ad assistere a questo immobilismo è insostenibile. Negli ultimi tempi – prose – gue – con la giustificazione di essere impegnati nell’emergenza non è concessa neanche la possibilità di dare quel contributo utile per trovare soluzione alla numerose problematiche presenti in azienda e che stanno da tempo in una situazione di stallo ». «Oltre il danno, dunque, anche la beffa. Gli eroi, direbbe qualcuno, dell’Asl della provincia di Avellino diversamente dai valorosi dipendenti delle altre Asl della regione Campania, non si sono visti riconosciuti neppure il salario accessorio legato al merito oltre a non vedersi completare neanche la procedura per il riconoscimento della progressione economica orizzontale da tempo avviate ». «Eppure se le risorse ci sono, come confermato dalla Regione e la normativa in materia di progressioni è chiara, perché non si procede? È giunto il momento di uscire allo scoperto assumendosi le responsabilità e comunicare chiaramente quali sono le difficoltà di natura burocratica che impediscono di procedere». «Fino a questo momento, le risposte sono state «inconcludenti e suffragate da giustificazioni fumose e inaccettabili legate a ritardi immotivati e certamente non all’emergenza Covid-19».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE