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AVELLINO – «Ho sentito il dovere, come medico in questo momento di grave emergenza, di dare una mano ai colleghi: ecco perchè ho chiesto alla Commissione Medica di Verifica Mef della Campania di riunirsi per valutare la mia idoneità al lavoro, cosa che è avvenuta positivamente e ora sono felice di poter contribuire nella battaglia contro il coronavirus». Così Serena Caprio, 39 anni, medico radiologo dell’ospedale ‘Moscatì di Avellino, racconta all’ANSA la sua vicenda. «Ho scritto alla Commissione presieduta dal dottor Giuseppe Guadagno – dice – per accelerare la valutazione di idoneità dopo lo stop impostomi lo scorso anno per motivi di salute». Un appello raccolto dalla Commissione che si è riunita ad hoc per esaminare diversi casi urgenti, tra cui quello della dottoressa Caprio, in un momento nel quale le attività, come per tutti i settori privati e pubblici, sono ferme. «Il caso – afferma il dottor Guadagno – è stato portato alla nostra attenzione e siamo stati felici di poter soddisfare una richiesta che nasceva dal cuore».
«È doveroso che io sia di supporto in una situazione di emergenza sanitaria per tutta la Nazione» aveva scritto Caprio nella lettera inviata agi organi pubblici competenti.
Le Commissioni Mediche dello Stato, di Medicina Legale della Pubblica amministrazione, in presenza di «casi urgenti ed indifferibili», sottolinea Guadagno, «possono andare oltre le norme di restrizione da adottare a tutela della salute pubblica, e ciò per tutelare l’impiegato pubblico, il docente, il bidello, molto spesso monoreddito, che, raggiunto il massimo del periodo di ‘comportò, va a stipendio zero e deve essere licenziato.
Oppure il militare, il carabiniere, il poliziotto in malattia che ha necessità di essere giudicato idoneo, in quanto sente il dovere etico e la responsabilità di rientrare in servizio per aiutare i colleghi stressati, in emergenza e spesso inviati in missione nelle aree più colpite dell’epidemia» evidenzia il dottor Guadagno. «Dopo un’attenta valutazione medico legale – conclude il presidente della Commissione – abbiamo riammesso la dottoressa in servizio».
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