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AVELLINO – Carmine De Blasio, direttore del Consorzio Piano di Zona di Atripalda, che abbraccia 28 comuni, un bacino di 100mila persone, come vi siete organizzati per fronteggiare l’emergenza? Siete stati i primi a organizzarvi con lo smart working
Abbiamo da subito pensato ad una nuova organizzazione in base a quella che doveva essere la capacità di risposta alle esigenze nuove di una straordinaria situazione di emergenza. Abbiamo adottato lo smart working prima che divenisse obbligatorio con il decreto della Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo. Abbiamo così ridotto al massimo la presenza del personale sul territorio. Oggi riusciamo a monitorare tutta la situazione e offrire i nostri servizi per via telematica. Gli assistenti sociali e le educatrici professionali contattano le famiglie che hanno in carico via Skipe o semplicemente telefonicamente. E devo dire che, nonostante sia qualcosa che abbiamo sperimentato da poco, si riesce a lavorare. Ad esempio i ragazzi vengono seguiti nell’attività didattica e in varie attività di laboratorio
Siete stati i primi a livello regionale anche a istituire un numero verde per supportare le persone che non riescono a gestire l’ansia e la paura provocati dalla pandemia da coronavirus.
Sì, le prime telefonate, questo ci ha sorpreso molto, ci sono arrivare da Milano e da Reggio Emilia. I nostri psicologi sono a disposizione di tutti pronti a fornire le risposte di cui le persone hanno bisogno, per dare un sostegno a gestire l’ansia. Abbiamo mantenuto in modalità on line anche il centro anti violenza.
Ma sul territorio le attività sono sospese?
No, dove è necessario, sopratutto per anziani e disabili, persone sole con particolari problemi, gli assistenti delle nostre cooperative continuano a recarsi direttamente a domicilio. E devo dire che anche a noi servirebbero mascherine. In altri casi formiamo un servizio di telesoccorso H24: si tratta sopratutto di anziani che attraverso un particolare dispositivo contattano la nostra centrale che si attiva per far scattare ogni tipo di aiuto.
Quali altre misure contro il coronavirus?
Abbiamo organizzato il progetto “Andrà tutto bene” per dare risposte immediate alle esigenze e ai bisogni che si presentano a causa dell’emergenza sanitaria. Il primo intervento si chiama “Ce la faremo”. Abbiamo previsto un fondo per l’acquisto di beni di prima necessità – alimentari e farmaci – per persone non autosufficienti. Sempre in questo progetto, un altro intervento sarà rivolto a 40 nuclei familiari che sono stati fortemente colpiti da un punto di vista economico dalle restrizioni lavorative del Governo a cui verrà destinato un contributo tra i 700 e i 1000 euro.
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