Giuseppe Conte
3 minuti per la letturaCala il silenzio nello showdown del M5S, che vede Beppe Grillo versus Giuseppe Conte. Dopo il botta e risposta di venerdì, le assemblee dei gruppi parlamentari, i ‘big’ tacciono e i due contendenti sembrano spariti dai radar.
La possibile mediazione, come chiesto da più voci dei 5 Stelle, potrebbe passare dal voto sullo statuto messo a punto da Conte in questi 4 mesi. Ma ci sarebbero da superare le asperità dell’ex premier da un lato e di Grillo dall’altro. Mentre la via della sfiducia del garante, prevista dall’articolo 8 dello statuto, sembrerebbe difficilmente percorribile, perché ai più suona come un parricidio insostenibile, un epilogo che lo stesso Conte non vorrebbe.
Il M5s nel peggiore dei casi potrebbe dividersi. Conte fonderebbe un suo partito e molti lo seguirebbero. Ma Conte potrebbe pure spuntarla e guidare il partito. Intanto i parlamentari e la base sono divisi. Nessuno per il momento esce allo scoperto. Si lanciano segnali.
Come fa ad esempio Michele Gubitosa che due giorni fa, subito dopo la prima uscita di Grillo contro Conte, ha postato una foto dell’ex premier con la scritta “Non finisce qui”. Del resto, Gubitosa è stato eletto in un collegio uninominale come gli altri candidati che all’epoca furono pescati nella società civile.
Stesso discorso per Generoso Maraia. Pure lui infatti mercoledì ha mandato un criptico messaggio via Fb: “C’è chi è bravo a complicare e chi continua a lavorare…”. A complicare la vita dei 5stelle è Grillo che avrebbe dovuto ascoltare prima i gruppi parlamentari. A Gubitosa e Maraia potrebbe affiancarsi Carlo Sibilia. A differenze dei due parlamentari, il sottosegretario all’Interno è stato tra i fondatori del M5s, poi nel 2014 fece parte del direttorio che sostituì un Grillo un “po’ stanchino”. Sibilia era in buona compagni. Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, e Carla Ruocco. Prendere le distanze da Grillo per Sibilia non è facile.
Però è Sibilia fa parte pure del Governo e mettersi contro Conte sarebbe come rinnegare un po’ se stesso. Inoltre, Sibilia sostiene da tempo la necessità di una riorganizzazione del M5s e ha promosso, “Italia più 2050” che “nasce come associazione culturale che si muove nel solco tracciato da Beppe per un movimento nuovo guidato da Conte. Dopo aver fatto diversi incontri, dal 2017 in poi, sulle aree tematiche del Movimento, ripartiamo con gli obiettivi della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile”, aveva dichiarato in una intervista.
A essere spostata verso le posizione di Grillo in Irpinia è Maria Pallini che per un certo senso è stata sempre un po’ il punto di riferimento della base, dei meet up. Pallini fa parte pure del Team del Futuro del M5 come facilitatrice nazionale dell’area tematica “Lavoro e famiglia”.
La deputata condivide con Grillo anche la volontà di mantenere il limite al terzo mandato a differenza di supporta Conte che lo vorrebbe abolito. Almeno così pare. Perché pochi conoscono il contenuto dello statuto redatto da Conte e che dovrebbe essere votato su Rousseau o su un’ altra piattaforma. Infatti come e dove si vota è un altro terreno di scontro. La base non più che essere spaccata.
I componenti storici dei meet up sono più con Grillo, e ripetono che va bene riorganizzazione il movimento ma non si può certo snaturarlo sovvertendone i principi cardine come ad esempio il limite al terzo mandato. E poi la base vuole continuare contare, a scegliere, altrimenti addio democrazia diretta.
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