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Una poltrona per tre. Tre sono infatti i possibili candidati alla carica di presidente della Provincia. Anche se molto probabilmente alla fine ce ne saranno due. Per il momento, è partito il tam tam di telefonate da parte dei tre che stanno verificando l’indice di gradimento tra sindaci e consiglieri comunali chiamati al voto tra a dicembre, un mese dopo le amministrative. Si voteranno anche i dodici componenti del consiglio provinciale.
In Irpinia i votanti sono circa 1400. I papabili alla presidenza sono tre: Gianluca Festa, Girolamo Giaquinto ed Enrico Franza, rispettivamente sindaci di Avellino, Montoro e Ariano. Partiamo dal primo. Non è una novità l’ambizione di Festa a sedere sullo scranno più alto di Palazzo Caracciolo.
Ambizione legittimata dal fatto amministrare il capoluogo con l’intento di farlo tornare ad essere nella sostanza oltre che nella forma, fulcro economico, logistico, sociale, politico, culturale del territorio, il traino di un processo di modernizzazione che non può non partire dalla città.
Festa può contare su di una solida maggioranza consiliare e, considerando che il voto espresso dagli amministratori alle elezioni provinciali è ponderato, questo è un vantaggio di notevole portata rispetto ad ogni altro sindaco. Il sindaco di Avellino ha poi una schiera di amministratori che lo appoggiano in altri comuni. Ha come sponsor politico il consigliere regionale Livio Petitto e il deputata Umberto Del Basso de Caro, e l’imprenditore Angelo D’Agostino, patron dell’Avellino calcio.
Di contro, congresso permettendo da candidato alla provincia, Festa non ha come marchio il simbolo Pd, almeno da come sono andate le amministrative del 2018, quando il partito non lo ha supportato e ora in consiglio comunale è schierato all’opposizione. Festa di questo non sembra preoccuparsi: il Pd non ha un segretario e il congresso è ancora in stand by (potrebbe però essere celebrato luglio a sentire alcuni componenti della commissione di via Tagliamento, mentre il commissario Aldo Cennano è dimissionario).
L’avversario di Festa potrebbe essere il sindaco Giaquinto. Con lui buona parte del consiglio comunale il terzo Comune più popoloso d’Irpinia. Il voto ponderato conta pure in questo caso. Giaquinto, già consigliere provinciale, inoltre sarebbe espressione dell’asse tra due consiglieri regionali irpini: Maurizio Petracca del Pd – vice presidente della commissione agricoltura e ed Enzo Alaia di Italia viva, presidente della commissione sanità. L’accordo tra i due ha già funzionato per eleggere il presidente dell’Asi dove è andato alla presidenza Pasquale Pisano, sindaco vicino di San Martino Valle Caudina, vicino a Petracca.
Questa volta, la palla passa ad Alaia. Quella di Giaquinto è una candidatura trasversale. Il sindaco fa parte di Forza Italia, quasi un ex si direbbe dopo la “rivoluzione” politica di questi mesi segnati dall’addio di Cosimo Sibilia, passato con Coraggio Italia, la scelta del nuovo coordinatore Carmine De Angelis, sindaco di Chiusano). Insomma Giaquinto potrebbe raccogliere i voti del centrodestra che un altro candidato presidente non ce l’ha. Infime Franza. Potrebbe essere una alternativa a Festa.
La fascia tricolore di Ariano raccoglie simpatie tra tutto il centrosinistra, di conseguenza nel Pd e in particolare nell’area dem che si stringe intorno al sindaco di Avellino. Sono buoni i rapporti sia con Petitto che con Del Basso De Caro ma pure con Areadem gruppo di peso – a partire dal vice sindaco Carmine Grasso. Con Franza ci sarebbero pure i 5stelle che nonostante nelle assise comunali tranne ad Ariano e ad Avellino non hanno rappresentanti, a Roma contano, almeno sulla carta, tre parlamentari – uno è Generoso Maraia di Ariano – e un sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia.
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