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MONTORO (AV) -«Consentiteci di riportare in tempo di pandemia, in maniera non ideologica né strumentale, un pensiero sull’indennità di carica del Sindaco e degli Amministratori Comunali.
Lo facciamo in modo laico, nel nostro stile e sulla scia di un pensiero progressista che viene da lontano sull’onda dell’idea illuminista della società». Questa la posizione espressa ieri dai consiglieri di Montoro democratica, gruppo che siede tra i banchi di minoranza. I consiglieri continuano: «.La possibile devoluzione di questa indennità appartiene alle coscienza più privata di chi svolge una funzione pubblica e questo ruolo non può prestarsi, in alcun modo, a strumentalizzazioni o opportunismi di circostanza, anzi va preservato e ben tutelato.
Non è questa indennità che risolve qualcosa, bensì il buon governo, l’attenzione sulla spesa, l’equilibrio nelle scelte, la visione delle priorità nell’azione di governo locale.
In ogni caso, andando oltre il senso ampio di questo minuscolo aspetto che dovrebbe tutto al più far aprire i riflettori sui compensi a parlamentari e consiglieri regionali, si rende necessario chiarire qualcosa nella nostra piccola ma importante realtà.
Noi abbiamo più volte devoluto parte notevole di questa indennità per situazioni delicate e difficili che riguardavano persone con gravi difficoltà, oltre ad assistere come Comune.
Sono cose che si fanno senza spandere panni al sole, ma nella doverosa riservatezza. Il punto sul piano oggettivo è un altro e riguarda l’onestà intellettuale in politica e la limpidezza di una posizione al di la della condivisione». I consiglieri continuano: «Nel nostro caso noi siamo stati accusati, anche con manifesto pubblico, di prendere indennità di carica. A parte il fatto che non si strumentalizzano queste cose, perché si rispetta la legalità e si onora la democrazia, ma non si può disattendere ciò che si ascrive ad altri per poi registrare comportamenti di segno contrario per se medesimo.
Questo è l’aspetto di cattiva politica. Aggredire gli altri ad ogni costo, strumentalizzare tutto per un meschino tornaconto elettorale. Questo non va bene per chi è riferimento per una Comunità e deve mostrarsi adeguata classe dirigente. Come non è giusto pensare che azioni in momenti di grande tristezza trasmesse nell’azione pubblica creino l’aureola del buon governo. Al contrario sono una vetrina inutile di comportamenti da non vendere a nessuno.
Ognuno faccia, come può e come meglio ritiene, la sua buona azione di solidarietà ed altruismo nella riservatezza che un atto di bontà richiede e guardando principalmente al sollievo di una difficoltà e ad una carezza a chi soffre lo stato di bisogno senza che lo avverta ulteriormente o debba per questo riconoscere tacita subordinazione ad alcuno. Lo Stato solidale è questo, ed una Comunità solidale esprime sempre il meglio di sé senza avvertire l’esigenza di proclamare urbi et orbi a cosa rinuncia per darlo ad altri. Tanto era giusto chiarire, anche se pesa non poco in un momento così grave per l’Umanità riprendere posizioni e comportamenti politici.
Un abbraccio a tutti e che vinca la solidarietà vera senza nastrino per nessuno né vetrine da ostentare».
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