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L’indagine sul calcioscommesse avviata dalla Procura di Napoli è in corso; si parla di almeno due partite che giocatori dell’Avellino (tra i quali l’allora capitano Francesco Millesi e Armando Izzo, oggi al Genoa) avrebbero accomodato per conto di un clan della camorra che fa capo ad Antonio Accurso. Stando alle intercettazioni emerse, Accurso era già stato interrogato il 25 febbraio 2015 in quanto collaboratore di giustizia; allora aveva già fatto il nome di Izzo, “nipote di Petriccione Salvatore” e dunque “nostro parente”. Accurso avrebbe raccontato di un tentativo di combine quando Izzo giocava nella Triestina (era la stagione 2011-2012, in prestito dal Napoli) e la situazione si era creata perchè la società non pagava gli stipendi. “Mio fratello Accurso Umberto, accompagnato da Pacciarelli Mario, andarono a Trieste” racconta Accurso, ma quella volta il tentativo non ebbe esito. Fu Luca Pini, sempre secondo le deposizioni riportate, a portare Izzo quando la partita da accomodare era Modena-Avellino, una delle due incriminate. Si racconta che Izzo avrebbe ricevuto 150 mila euro tramite Pini – l’intermediario – ma che, contrariamente a quanto detto nella riunione tecnica, l’allenatore dell’Avellino (era Massimo Rastelli) non schierò Izzo preferendogli Peccarisi (infatti Izzo ha raccontato di essere infortunato nel corso di quelle partite); “ci allarmammo e mandammo una serie di sms a Millesi”. Il quale negli spogliatoi avrebbe parlato con Peccarisi; all’inizio del secondo tempo il Modena passò in vantaggio (con Tommaso Bianchi) “e dalle immagini è evidente la responsabilità di Peccarisi”.
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