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E’ un appello a non abbassare la guardia, per non dover poi fare i conti con una nuova ondata pandemica, quello che lanciano i vescovi delle aree interne.

Nella nota firmata dal vescovo di Benevento Felice Accrocca, dal vescovo di Avellino Arturo Aiello, dal vescovo di Sant’Angelo Lombardi Pasquale Cascio, dall’abate di Montevergine Riccardo Guariglia, dal vescovo di Cerreto Sannita Giuseppe Mazzafaro, dal vescovo di Ariano Sergio Melillo si sottolinea come “L’attuale emergenza sanitaria – no – nostante i segnali di ottimismo che fanno ben sperare – appare tuttora fluida e instabile. Pertanto, è richiesta ancora molta prudenza per evitare il rischio di vivere una nuova ondata epidemica, incrementata anche dalle varianti insorgenti. In forza di ciò, restano in vigore le disposizioni vigenti; per cui, in attesa di nuove indicazioni da parte della Conferenza Episcopale Italiana concordate con il Governo”,

Si ribadisce, dunque, che “restano sospese le processioni e ogni forma di festa esterna; non sono ammesse quelle manifestazioni che, senza concorso di popolo, si propongono di portare statue della Vergine o dei Santi lungo le strade del territorio parrocchiale”. I vescovi fanno appello al senso di responsabilità e chiedono di “vi – vere i limiti che tale situazione c’impone come un’opportunità per crescere nella preghiera e nella meditazione della Parola di Dio, dando valore di comunione ecclesiale e di aggregazione popolare alle celebrazioni liturgiche nel rispetto delle norme anti-Covid”.

Quindi l’invocazione alla Vergine Madre di Dio e i Santi “ perchè intercedano per noi, perché possiamo fare delle nostre comunità luoghi di autentica fraternità”. “E’ importantissimo, in un momento come questo, non lasciarsi andare, non pensare che il pericolo sia passato – spiega il vescovo di Sant’Angelo Pasquale Cascio -Riteniamo che sia ancora necessario rispettare alcune norme per non avere poi brutte sorprese nei mesi futuri. Questo non significa congelare le tradizioni, quello che rivolgiamo ai fedeli noi vescovi è un invita viverle in altro modo con una creatività nuova, un diverso spirito.

Le celebrazioni liturgiche continuano ad essere un momento di aggregazione e spiritualità. La pastoralità – spiega il vescovo Cascio – è anche saper guidare il gregge nei territori impervi e nelle avverse condizioni atmosferiche in cui si può trovare, affrontando le difficoltà senza fughe. Quando la Chiesa sa vivere con gli uomini i tempi e gli eventi, diventa chiaramente segno di Cristo e, in Lui, strumento di salvezza. L’attenzione e il rispetto delle norme rientrano nella responsabilità morale delle nostre azioni e sono anche piccoli atti di carità fraterna”.

La Chiesa irpina sceglie la linea del rigore, malgrado le tante richieste da parte dei fedeli, ancora legati ad una fede che si nutre di processioni, soprattutto con l’arrivo dell’estate e delle tante feste patronali. Mentre i sacerdoti chiedono un ulteriore piccolo sacrificio, per non sprecare i passi in avanti fatti fino ad oggi.

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