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AVELLINO- Le due principali strutture della città a vocazione culturale, il Teatro Carlo Gesualdo e l’ex Cinema Eliseo, restano in cerca “d’autore”, o meglio di contenuti. Tra l’altro si tratta degli unici due immobili inseriti nella Fondazione di partecipazione al netto delle prime previsioni che includevano nello strumento partecipativo anche Villa Amendola e Casina del Principe, beni che saranno inseriti successivamente. Intanto, però, la Fondazione resta sospesa nei meandri dei passaggi burocratici: al netto della nomina del Cda, lo scorso 14 aprile, per stessa ammissione del sindaco Festa, quella in corso è una “fase di transizione che serve per ottenere il riconoscimento giuridico, senza il quale non possiamo ottenere nessuna strategia. Dopodiché, riunirò il Cda e verrà redatto il bando per il direttore generale”. Intanto Teatro ed ex Cinema restano due “scatole vuote”, chiaramente senza possibilità di poterle utilizzare per gli spettacoli del costituendo cartellone estivo. Il Gesualdo, lo scorso inverno, ha riaperto le porte per una stagione vissuta tra alti (pochi) e bassi ( parecchi), certamente condizionati anche dall’emergenza sanitaria legata al covid, ma anche da un cartellone stilato in fretta e fuori e senza una previa e necessaria comunicazione, e con introiti chiaramente al di sotto delle aspettative Per questa estate l’unico ruolo che avrà il Massimo cittadino è quello di aprire le porte del garage al primo piano, a servizio degli avventori del centro storico pedonalizzato. Va anche peggio all’ex cinema Eliseo chiuso da anni, oggetto di lavori di riqualificazione, praticamente quasi ultimato ma con le porte ancora sbarrate. Resta a disposizione Piazzale del Debbio per l’or – ganizzazione di qualche rassegna all’aperto, ma certo appare poca cosa rispetto ai luoghi simbolo di una cultura che, aspettando la Fondazione, restano bloccati. Tornando ai già citati passaggi burocratici, è senza dire che, una volta adempiuti, si apre una fase altrettanto delicata e non certo breve. La ricerca di un direttore generale, quindi i tempi di predisposizione del bando, poi la pubblicazione, il tempo necessario per aspettare le offerte, sino alla selezione finale. La sensazione è che anche il 2022 potrebbe passare senza che la Fondazione cultura possa finalmente adempiare al suo ruolo.

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