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Il feretro fa il suo ingresso in chiesa tra gli applausi. La cattedrale di Sant’ Amato a Nusco è gremita per i funerali di Ciriaco De Mita, ex presidente del Consiglio e segretario Dc, sindaco del suo paese natale morto mercoledì a 94 anni. La bara coperta dalla fascia tricolore. Ci sono la moglie Annamaria Scarinzi, i quattro figlia Antonia, Giuseppe, Floriana e Simona e i nipoti. De Mita da credente ha frequentato per tanto tempo quella basilica. E’ presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giunto a Nusco con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Si vedono il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Ci sono i politici che contano. Tanti sindaci. A celebrare i funerali l’arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza- Nusco-Bisaccia, monsignor Pasquale Cascio.
“Ha vissuto la prima tappa della fede, per poi giungere alla tappa dell’eternità, dopo un fruttuoso pellegrinaggio”, dice citando Sant’Agostino. “Dopo la fatica il riposo. Non ha perso mai di vista Cristo. Ciriaco si è formato qui a Nusco”, ricorda l’arci – vescovo. “Mi ripeteva sempre che una volta a Nusco c’erano due sacerdoti: uno era un pozzo di cultura, un altro era un giovane che sapeva creare tante relazioni umane, coinvolgere la gente, unire la comunità. Ciriaco – continua Cascio – era entrambe le cose, frequentava, entrambi i sacerdoti. E’ così che si è formato a vivere, con questo ritmo pasquale che lo ha accompagnato in tutta la vita. De Mita aveva l’intelligenza degli avvenimenti”, osserva l’arcivescovo. “Sapeva comprendere i fatti. Li sapeva leggere. E’ così che avanza l’umanità. Per fare questo, per capire, serve una grande contrazione intellettuale. E’ un atto di amore. E’ questo che faceva De Mita”.
E’ un riconoscimento all’impegno politico di un leader che ha scritto la storia del paese, che ha spesso parlato della mancanza di pensiero come il problema della politica di oggi. De Mita è stato un politico che ha basato sempre la sua azione su un pensiero, su una idealità, che era poi quella del Popolarismo di don Sturzo. “Da laico cristiano Ciriaco De Mita ha sempre pensato al popolo. Carissimi uomini politici, laici o credenti, – è il monito di Cascio – ogni volta che vi occupate davvero del popolo rispondete a questo desiderio di Dio; in questa città, in questo Paese, ogni volta che fate scelte che riguardano tutto il popolo voi anche laici rispondete all’ansia di Dio. Fino alla fine ha usato la sua stupenda intelligenza, questa intelligenza che ha cercato, ha prodotto, ha offerto e ha proposto, e che ora è quieta nella contemplazione. Mi diceva sempre ‘che devo fare, le gambe non funzionano ma questa’, la sua testa, ‘funziona sempre’. Ha servito l’Italia come uomo politico, come uomo di Stato, con dentro al cuore la fede che questa comunità gli ha trasmesso”.
De Mita statista e uomo del dialogo, del bene comune. “Le idee non vanno in tribunale, le proposte per la società non vanno in tribunale, De Mita credeva nel confronto delle idee”, dice ancora Cascio. “Ogni volta che ci sono scelte da fare per il popolo bisogna rispondere con l’ansia di Dio. Una intelligenza spinta dalla fede. Dobbiamo seguire il suo esempio. Da laico cristiano De Mita ha sempre pensato al popolo, ha servito il nostro Paese con l’intelligenza della fede”. Lo stesso Presidente Mattarella più volte durante la cerimonia tradisce un pizzico di commozione. I corazzieri gli rendono omaggio con una corona tricolore con lo stemma della Repubblica. La bara viene accompagnata fuori dalla cattedrale da un lungo applauso. Il Presidente Mattarella si avvicina al carro funebre. Fissa il feretro per un po’. Ora c’è solo silenzio.
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