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AVELLINO- Più che un semplice caso di uxoricidio si tratta di una vera e propria tragedia della solitudine. Questo lo scenario e il dramma che si staglia sul delitto di Via Sottotenente Iannaccone, dove alle prime luci dell’alba l’ottantacinquenne Gerardo Limongiello ha deciso di chiudere nel modo più drammatico una storia di unione durata più di mezzo secolo con sua moglie Antonietta Ficuciello, 83 anni, soffocandola nel sonno con un cuscino nella camera da letto al terzo piano della Palazzina ad angolo con Via Fratelli Bisogno, a pochi passi dal Tribunale di Avellino. Qualche ora dopo, intorno alle nove del mattino, Gerardo è sceso dalla sua abitazione e ha raggiunto a piedi il Comando Provinciale dei Carabinieri.
«Ho ucciso mia moglie»: queste le parole riferite dall’anziano ieri mattina al militare di servizio al Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino. E proprio pochi minuti dopo l’autodenuncia da parte dell’uomo, i Carabinieri della stazione di Avellino e quelli del Nucleo Operativo della Compagnia di Avellino sono giunti sul posto. E hanno riscontrato che effettivamente la donna era priva di vita all’interno dell’abitazione. Così è scattata immediatamente l’indagine da parte dei militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino. Sul posto sono giunti anche i militari del Nucleo Investigativo agli ordini del capitano Laghezza. In Via Sottotenente Iannaccone i nastri bianchi e rossi dei militari dell’Arma hanno fatto subito comprendere che qualcosa di grave era avvenuto. In una città ancora scossa dalla drammatica vicenda del delitto di Aldo Gioia, solo qualche giorno fa vittima di un brutale assassinio.
Mentre sul luogo del delitto continuano gli accertamenti dei militari, in attesa anche dell’arrivo del medico legale, presso la sede del Comando Provinciale dei Carabinieri, Gerardo Limongiello, ancora sotto choc e provato per quello che aveva compiuto, rappresenta agli investigatori i motivi per cui ha deciso di uccidere la sua compagna da più di mezzo secolo. Antonietta e Gerardo a quanto pare da qualche giorno avevano dei continui litigi a causa di una scelta che prima era stata consensuale e poi aveva trovato la resistenza dell’anziana: quella di trovare ospitalità presso una struttura che desse assistenza ad entrambi.
Anche perchè l’uomo, con problemi cardiaci anche seri, molto probabilmente non riusciva più a reggere il peso dell’assistenza alla moglie. Una prospettiva sempre più critica, tutte le paure del Covid che avevano paradossalmente amplificato la loro solitudine e la responsabilità e l’incertezza sulla capacità di poter ancora riuscire ad assistere alla moglie avranno fatto poi da detonatore ad una scelta estrema e anche grave, come quella di uccidere sua moglie. E questo avrebbe raccontato l’anziano ai militari del Comando Provinciale di Avellino, assistito dal suo difensore, l’avvocato Mario Di Salvia.
E’ una storia terribile, quella su cui saranno ora gli accertamenti dei Carabinieri a dover fare definitiva chiarezza. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Avellino Vincenzo Russo, il magistrato ieri mattina ha partecipato ai sopralluoghi all’interno dell’appartamento di Via Sottotenente Iannaccone e poi al Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino. Sarà lui a dover decidere, anche alla luce dei primi esiti dell’esame medico legale, affidato al consulente della Procura di Avellino Francesco La Sala, a cui nelle prossime ore sarà conferito dal pm l’incarico per eseguire l’accertamento autoptico sull’anziana uccisa dal coniuge.
Lo stesso pm Russo ha firmato un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti dell’ottantacinquenne, che entro quarantotto ore dovrà essere convalidato dal Gip del Tribunale di Avellino Francesca Spella. Molto probabile che la difesa faccia richiesta di una struttura non detentiva per assistere Limongiello, che anche alla luce dello stato di shock in cui si trova, non sarebbe compatibile con il regime carcerario.
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