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AVELLINO- Angelo Frieri ha smesso di vivere. Anche se rivivrà attraverso la donazione dei suoi organi, come è stato annunciato dalla famiglia. La notizia del suo decesso è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri. Il direttore sanitario degli ospedali di Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi, lunedì sera, è stato colpito da un infarto che si è palesato subito nella sua estrema gravità.

Fin da lunedì sera le condizioni del medico 69enne sono state giudicate disperate, troppo compromesse le funzioni vitali. I medici, i suoi colleghi all’ospedale Moscati di Avellino, hanno fatto l’impossibile per salvarlo. Da lunedì sera è cominciata una mesta veglia, durata fino a ieri pomeriggio, da parte dei familiari, dei parenti, degli amici, di quanti lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le doti umane e professionali. Così come la città ospedaliera è stata meta di un preoccupato e speranzoso pellegrinaggio da parte dei colleghi, desiderosi di accertarsi personalmente delle condizioni di questo medico dalla grande carica vitale, finché ha dovuto affrontare le cose terrene, i misteri della vita e della morte, le malattie, attraverso le sue conoscenze mediche.

Aveva maturato una grande esperienza: era medico chirurgo, specializzato in laboratorio di analisi cliniche e microbiologia, in medicina nucleare, direttore del laboratorio di analisi cliniche al Criscuoli e dirigente della Uoc Analisi cliniche dell’Asl Avellino. E’ stato docente universitario alla Federico II di Napoli e all’Università del Sannio di Benevento, in Microbiologia e Chimica clinica.

Angelo Frieri, che si faceva dare del tu senza troppe formalità, se n’è andato nel giorno della memoria delle vittime del covid. Strano scherzo del destino. Non è una vittima del virus, ma il Covid è stato il suo più grande avversario, quello a cui ha dovuto far fronte quando, esattamente un anno fa, ad esplosione della prima pandemia, già direttore sanitario dell’ospedale Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi, ha assunto anche la direzione sanitaria del Frangipane di Ariano Irpino.

Lo fece nel momento della più drammatica crisi sanitaria, in una Ariano ormai in zona rossa e in un ospedale chiuso per il focolaio che partì proprio al suo interno. Un’impresa, un’assunzione di responsabilità molto forte: è stato un anno di grande impegno, e sicuramente di giorni duri, per il direttore che non conosceva l’arte della passerella, né della facile retorica.

I suoi amici fratelli di Sant’Angelo dei Lombardi, tra loro Michele Vespasiano e Tony Lucido, hanno riempito il tempo dell’attesa tra preghiere, lacrime, speranze, e ricordi, racconti dell’uomo che è stato per Sant’Angelo dei Lombardi, dove è vissuto, dove ha combattuto in prima linea in difesa dell’ospedale che la cieca politica dei tagli lineari voleva far chiudere.

E’ solo una piccola parte del racconto di un uomo che ha dato molto a chiunque ne avesse bisogno: anche questo si è detto nelle ultime ore in cui ognuno ha cercato la parola magica o di fede per riportarlo miracolosamente in vita. Ma i bollettini medici, purtroppo, hanno continuato a dire il contrario, fino alla fine.

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