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AVELLINO – «Rispetto i provvedimenti del magistrato, soprattutto quando non li condivido. Li rispetto ancora di più quando, come in questo caso, non li condivido affatto». Così il penalista avellinese, Gaetano Aufiero, difensore di Raffaele Cutolo sulla decisione del magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia di rigettare l’istanza di applicare provvisoriamente la detenzione domiciliare per l’ex fondatore e capo della Nco, che resterà dunque detenuto al 41bis nel carcere di Parma. Nell’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Bologna, Aufiero impugnerà la decisione del giudice di sorveglianza di Reggio Emilia.
Sulla scia delle disposizioni del Dap del 21 aprile scorso ai direttori delle carceri di segnalare al magistrato di sorveglianza, nell’ambito della emergenza Covid-19, detenuti ultrasettantenni e con gravi patologie in corso, Aufiero aveva presentato l’istanza sulla base dei gravi problemi di salute di Cutolo, «non compatibili con il regime carcerario». «Leggendo il provvedimento -spiega il penalista- vengono confermate le gravi patologie polmonari di cui soffre Raffaele Cutolo. In nome della Costituzione e della civiltà del sistema giudiziario e penale italiano, mi opporrò per impedire che Cutolo vada ad arricchire la folta schiera dei detenuti condannati anche alla morte in carcere. La pena va espiata ma, come è scritto nell’articolo 27 della Costituzione, non può essere disumana».
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