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I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Salerno sequestrano l’impianto regionale di depurazione di Solofra.

I militari hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare reale emesso, su richiesta della Procura della Repubblica, dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Avellino, avente ad oggetto il sequestro preventivo dell’impianto regionale di depurazione delle acque reflue sito nel comune di Solofra e facente parte del complesso depurativo “Alto Sarno”.

Il gip ha riconosciuto il fumus dei reati di inottemperanza alle prescrizioni del decreto di autorizzazione alle emissioni in atmosfera e gettito di cose idonee a molestare le persone. E’ quanto si legge in una nota a forma del Procuratore Rosario Cantelmo e del procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio.

Reati contestati in quanto, all’esito degli accertamenti delegati dalla Procura anche a seguito di segnalazioni da parte di numerosi cittadini di emissioni moleste e nauseabonde provenienti dall’impianto di depurazione, veniva accertata l’inottemperanza da parte del soggetto gestore alle prescrizioni stabilite dall’autorizzazione regionale che imponeva l’adozione di tuti gli accorgimenti atti a contenere le emissioni diffuse entro i valori limiti soglia consigliati dall’Acgih (American Conference of Governmental Industrial Hygienist, organizzazione statunitense che si occupa di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), nonché la mancata comunicazione agli organi preposti in materia delle risultanze agli adempimenti richiesti dalla Regione Campania.

Nel corso delle indagini veniva effettuato un sopralluogo presso il sito, all’esito del quale si accertavano svariate criticità ed anomalie nell’impianto di depurazione relative, in particolare, all’assenza di un idoneo sistema di abbattimento delle esalazioni maleodoranti immesse direttamente in atmosfera ed all’esercizio dell’impianto in assenza di Autorizzazione Unica Ambientale.

Inoltre, dalle sommarie informazioni rese da alcuni cittadini residenti nei dintorni dell’impianto è emerso in modo palese che le emissioni prodotte dall’impianto arrecano fastidio o molestia alla popolazione limitrofa, avendo gli stessi riferito, ad esempio, che assai spesso, soprattutto nelle notti d’estate, sono costretti a tenere chiuse le finestre ed i balconi delle proprie abitazioni per non avvertire l’odore nauseabondo proveniente dall’impianto di depurazione. Nell’adottare il provvedimento cautelare, si è tenuto conto della necessità di assicurare comunque il prosieguo delle attività di depurazione, consentendo la facoltà d’uso dell’impianto sequestrato, con onere per la società di gestione di provvedere ad acquisire le necessarie autorizzazioni di legge con adeguamento dell’impianto alle prescrizioni impartite.

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