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E’ una stagione da dimenticare per la castanicoltura irpina, la peggiore degli ultimi quindici anni. A rivelarlo è la Coldiretti Avellino che sta lavorando per cercare soluzioni a una crisi che rischia di mettere definitivamente in ginocchio il settore. “Rispetto al 2015, in cui i castagneti si presentavano vigorosi con minori attacchi di Cinipide e una produzione che dopo quattro anni aveva finalmente registrato un aumento – rivela il direttore di Coldiretti, Salvatore Loffreda – siamo ripiombati in una delle fasi più acute dall’inizio della patologia con una produzione che si è quasi azzerata. I castanicoltori si trovano di fronte ad una crisi che per ora non vede luce, se non attendere la lotta biologica che faccia il proprio corso, con ulteriori annate prive di reddito. E’ necessario attivare tutte le procedure utili per indennizzare un settore di vitale importanza per l’irpinia ed evitare il completo abbandono dei fondi, con conseguenze molto gravi non solo sotto il profilo sociale ma anche ambientale e idrogeologico”. Coldiretti Campania aveva già inviato un documento al presidente della Commissione Regionale Agricoltura, Maurizio Petracca, con proposte operative a favore dei castanicoltori. Adesso si cercano soluzioni nell’immediato, per contenere la totale perdita del reddito delle imprese operanti nel settore. In provincia di Avellino, è l’area di Montella, con circa 3.000 ettari di superficie di castagneto, quella più colpita dalla crisi del comparto. Qui vi operano oltre 500 aziende agricole e una produzione commercializzata che in fase pre-cinipide si aggirava attorno ai 70 mila quintali di castagne all’anno. Le stesse difficoltà si registrano anche nell’area serinese dove, nei tempi pre-crisi, la produzione sfiorava i 30.000 quintali di castagne all’anno, di cui il 50% veniva destinato all’esportazione.

“E’ necessario mettere in campo azioni determinanti per il rilancio del settore sviluppando misure straordinarie per le aziende agricole che perdono reddito e prevedendo azioni specifiche di intervento nella nuova Programmazione Comunitaria – fa eco Roberto Mazzei, esperto in castanicoltura e consulente di Coldiretti – bisogna continuare a implementare la lotta biologica al cinipide galligeno del castagno ma bisogna anche prevedere misure straordinarie per sostenere il reddito delle aziende agricole e di trasformazione, tecnologie innovative per il miglioramento qualitativo e produttivo, incentivi per l’agricoltura biologica e un piano di assistenza tecnica regionale per le aziende agricole della filiera, volto a implementare misure agronomiche di supporto, e un monitoraggio per individuare attività di intervento durante i mesi primaverili ed estivi capaci di migliorare le qualità dei frutti”.

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