3 minuti per la lettura
Il fenomeno del lavoro sommerso (cd. nero) è caratterizzato da condizioni di lavoro non idonee alle leggi che regolano la materia, sia dal punto di vista della sicurezza sul lavoro che dal punto di vista della regolarità contrattuale della prestazione lavorativa, contribuendo così ad alimentare l’evasione fiscale. Si parla, in genere, di “lavoro nero” o «lavoro sommerso» per indicare quel fenomeno consistente in qualsiasi attività retribuita, lecita di per sé, ma non dichiarata alle autorità pubbliche, con la conseguente mancanza di tutele per i lavoratori, mentre si parla di lavoro “grigio” quando le irregolarità sono marginali e per lo più corrispondono a considerazioni di convenienza, come ad esempio l’occultamento di forme di contratto a tempo pieno attraverso l’utilizzo di contratti atipici.
Il lavoro sommerso, nell’ ambito del nostro tessuto economico risulta interessare in modo particolare settori tradizionali come l’agricoltura, l’edilizia, la ristorazione e i servizi sia domestici che alle imprese, soprattutto per due ragioni principali:
– l’elevata intensità del lavoro;
– l’ampio ricorso a forme di sub-fornitura, in particolar modo laddove i controlli sono più complessi a causa della stagionalità dei rapporti di lavoro e dell’elevato turn-over del personale.
Sicuramente il fenomeno dell’immigrazione costituisce uno dei principali fattori incrementali del lavoro sommerso, infatti spesso per gli immigrati questa è l’unica possibilità di sostentamento e che spesso, si trasformano facilmente i in forme di sfruttamento lavorativo. Inoltre gli immigrati sono maggiormente disposti a ricoprire impieghi che non richiedono determinate specializzazioni, precari e fisicamente logoranti.
Le principali normative di riferimento riguardo il lavoro sommerso o irregolare sono: Decreto Legislativo nr. 09.04.2008, n. 81. (testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro); Decreto Legge 22.02.2002, n. 12 (Disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute all’estero e di lavoro irregolare); Decreto Legislativo 124/2004 (Ispezioni in materia di lavoro e previdenza); Decreto Legislativo 149/2015 (Disposizioni per la razionalizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale).
La summenzionata legislazione disciplina diversi aspetti dell’ attività lavorativa come: il lavoro sommerso; previdenza; sicurezza, protezione e salute sui luoghi di lavoro, prevedendo in caso di violazione delle disposizioni contenute, sanzioni penali ed amministrative.
Il fenomeno in questione è costantemente monitorato dal Comando Provinciale Carabinieri di Avellino, il quale periodicamente, attraverso le sei Compagnie dipendenti e congiuntamente al Nucleo Carabinieri tutela del lavoro (reparto altamente specializzato nella specifica ed articolate materia) ed agli ispettori della competente direzione territoriale del lavoro, predispone appositi servizi finalizzati alla prevenzione ed al contrasto delle violazioni della normativa vigente.
In particolare nel corso del corrente anno sono stati effettuati numerosi controlli in tutta la provincia nell’ ambito di diversi settori economici: agricoltura, industria, turismo, ristorazione, artigianato ecc., a seguito dei quali:
– è stata riscontrata la presenza di decine di lavoratori in nero;
– sono stati deferiti in stato di libertà numerosi imprenditori;
– venivano comminate sanzioni amministrative per centinaia di migliaia di euro;
– sono state sottoposte a provvedimenti di chiusura numerose attività imprenditoriali ed aziende varie, per la gravità delle infrazioni accertate.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA