2 minuti per la lettura
AVELLINO- «Era felice, voleva la mamma e ha stretto il peluche che era sul suo letto». E’ il racconto commovente della caposala del Reparto di Rianimazione del Moscati di Avellino sui minuti di gioia vissuti al risveglio del quattordicenne che si era lanciato dal Ponte della Ferriera. La scena, dopo quindici giorni di ansia e di grande lavoro dell’equipe medica del reparto guidato da Angelo Storti per salvare il ragazzo, è quella che sia il primario che la caposala hanno descritto con emozione. Proprio quel sorriso alla mamma e le parole per sdrammatizzare quanto avvenuto saranno sempre negli occhi dei medici e degli operatori della struttura ospedaliera. Non è l’unica storia commovente che arriva da un Reparto dove ogni giorno si incrociano tragedie e anche speranze. Quella del quattordicenne è una delle storie che però ha tenuto un’intera comunità in attesa di una svolta ed un lieto fine. Anche per questo, seppure a distanza di qualche giorno dal suo risveglio, il racconto dei secondi in cui tutto è avvenuto, ancora lascia emozionata l’intera cittadinanza. Ed è stato proprio il primario Angelo Storti a spiegare come il ricovero del giovanissimo sia stata seguita da tutto lo staff, affiancando anche psicologicamente i suoi familiari. Quello che avviene in queste circostanze. Da qualche giorno, proprio quando il ragazzo ha lasciato il Reparto di Anestesia e Rianimazione, si trova in quello di Ortopedia. E visto che ormai si è creato un vero e proprio rapporto di «protezione» da parte di tutti i medici e infermieri del Reparto per il quattordicenne, quello che “Ora – racconta Storti – andiamo a trovarlo in ortopedia. Lo abbiamo adottato. E’ stato bello vederlo scherzare appena si è ripreso”. La caposala di reparto Gaetanina racconta quei momenti di immensa gioia per ogni sanitario. I medici di rianimazione lo hanno assistito in tutto il percorso di ripresa. 15 giorni appesi ad un filo. “Ricorderò sempre la sua gioia quando si è ripreso – spiega Storti – Ha fatto una battuta quasi a sdrammatizzare la lunga degenza, quasi a capire cosa fosse accaduto”. Il ragazzo tra qualche settimana dovrebbe anche lasciare il Reparto di Ortopedia del Moscati.
Un’intera città, quella di Avellino, che si è riunita intorno al ragazzo. A partire dal vescovo Aiello e alla sua lettera al quattordicenne, per spingerlo a resistere.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA