L'attore Sergio Castellitto e il regista Volfango De Biasi
3 minuti per la letturaFILOGASO (VV) – I “matti per il calcio” diventano un film. La storia, epica, della nazionale italiana di calcio a 5 dei pazienti psichiatrici – ideata dallo psichiatra Santo Rullo – dopo essere stata protagonista del documentario di Volfango De Biasi, David di Donatello nel 2017, e di un libro, approda in prima serata su Rai1 (domani, lunedì 1 novembre alle 21.25) con il film “Crazy for football”, diretto dallo stesso De Biasi e interpretato, tra gli altri, da Sergio Castellitto, Max Tortora, Massimo Ghini e Marco Mazzocchi.
L’opera è dedicata ad Antonio Barba, giovane di Filogaso, nel Vibonese, tragicamente scomparso a 32 anni il 3 agosto del 2018, che di quella nazionale fece parte arrivando a diventare campione del mondo.
Il film è patrocinato dalla Figc, con il supporto della Divisione calcio paralimpico e sperimentale, e «trova il coraggio di parlare del disagio mentale evitando di scivolare nel dramma e non cedendo a pietismi e facile retorica, e al tempo stesso scartando un’eccessiva o scontata comicità di situazione». Racconta la figura di un grande medico italiano, interpretato da Sergio Castellitto, che dedica la sua vita al reinserimento sociale dei suoi pazienti che, grazie al gioco del calcio, diventano protagonisti di un sogno: il primo mondiale di calcio a cinque disputato da pazienti psichiatrici.
“Crazy for football” è stato presentato nel corso dell’ultima Festa del Cinema di Roma alla presenza anche dei familiari di Antonio Barba che hanno condiviso la prima con Walter Cordopatri, l’attore reggino che interpreta Alfredo, trasposizione cinematografica del loro indimenticato congiunto. Cordopatri, fondatore e direttore della Scuola di recitazione della Calabria di Cittanova, alla vigilia dell’uscita del film su Rai1 è stato a Filogaso, ospite della famiglia Barba, per visitare i luoghi in cui Antonio è cresciuto, la sua casa, il campetto nel quale ha iniziato a dare i primi calci a un pallone.
L’attore, accompagnato dalla sorella di Antonio, Natalie, e da una delegazione di amministratori comunali guidata dal sindaco Massimo Trimmeliti, si è inoltre recato al cimitero per rendere omaggio al giovane campione. «Alfredo – ha detto Cordopatri al Quotidiano del Sud – è il personaggio che nel film incarna Antonio. Ho provato a costruirlo studiando a lungo la figura di questo ragazzo e i particolari del suo carattere, insieme testardo e ironico. La sua famiglia mi ha aiutato molto in questo lavoro, non è stato facile ma spero che chiunque lo abbia conosciuto in vita posso riconoscerlo nella mia interpretazione. La cosa più difficile è stata far uscire fuori il suo cuore d’oro. Nel film non mi sono preoccupato molto di rendere il suo lato testardo o cocciuto: la cosa che mi premeva più di tutte era far uscire il suo animo buono, il lato che più di ogni altro era ben presente a chi lo conosceva bene».
La presenza dell’attore a Filogaso serve anche a chiudere il cerchio. «Venendo qui ho completato il giro – ha rivelato Cordopatri -. Vedere la sua casa, visitare il cimitero, il campo di calcetto, i suoi luoghi, era una tappa obbligatoria da fare per completare un percorso e penso che Antonio ne sarà molto contento».
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