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VIBO VALENTIA – Ci sono delle serate in cui la potenza della musica arriva a livelli inusitati, e ieri presso l’Auditorium Spirito Santo di Vibo Valentia, si è assistito più che a un semplice concerto ad una potente meditazione sulla bellezza delle musiche dal mondo da parte di Tosca e del suo gruppo di musicisti, tutti in evidente stato di grazia. Sulla cantante romana più che di aggettivi ci si trova a corto di superlativi per il dono di un’abilità interpretativa che abbaglia.

Dalla sua una carriera già molto importante, piena di brillanti sfumature ed una visione estremamente duttile del proprio mondo musicale, che ha condensato in questo suo “Morabeza”, un work in progress durato oltre dieci anni che trae spunto da una parola di etimo portoghese e stanza capoverdiana: si allude ad un indelebile per quanto struggente senso di nostalgica appartenenza alle proprie radici.

UNA ARTISTA CAPACE DI ESPANDERSI ALLA SONORITÀ DEL MONDO

Ma quelle della cantante, dal natio mediterraneo si sono espanse ai Caraibi, al Nord dell’Africa, al prediletto Sudamerica, con uno stupefacente controllo del repertorio affrontato. Una performance generale assoluta, di livello talmente inusitato da rasentare la perfezione, nonostante qualche inevitabile difficoltà tecnica dovuta al rapido per quanto saggio trasferimento dell’evento in un luogo chiuso, vista l’instabilità climatica.

Ma proprio il cambio location ha decretato il trionfo finale di un recital che almeno a teatro non sembra temere confronti con qualunque altra cosa che oggi venga rappresentata in Italia, anzi si può lucidamente affermare che si tratta di uno degli spettacoli migliori ammirati da molto tempo a questa parte.

TOSCA E LA SUA CREW A VIBO AMMALIANO IL PUBBLICO CON PERFORMANCE DA BRIVIDI

Un autorevole candidatura che non è solo sublimata dalla voce densa di malìa di un interprete naturale proiettata  al rango di fuoriclasse dal proprio talento, ma anche dal rapinoso interplay sviluppato da Tosca insieme all’eleganza di Giovanna Famulari (violoncello, pianoforte e voce), alla sapienza di Massimo De Lorenzi (chitarra), all’efficacia di Luca Scorziello (percussioni), alla grazia di Fabia Salvucci, (percussioni e voce) perfettamente a suo agio nel duetto da brividi su “Piazza Grande”, una delle pagine indelebili di Lucio Dalla governata con autorevolezza e piglio ribaldo negli accenti, alla musicalità di  Elisabetta Pasquale (contrabbasso e voce),  che insieme alla Salvucci rappresenta assolutamente un nome da tenere d’occhio con fiducia per il futuro.

Brani di Ivan Lins, Arnaldo Antunes, Cyrille Aimée, Luisa Sobral, Lenine, Awa Ly, Vincent Ségal, Lofti Bouchnak, Cèzar Mendes e Pietro Cantarelli (quel prodigio in forma di canzone che sarà per sempre “Ho amato tutto”); nomi che ai più non dicono molto, ma che invece hanno cospirato a questo trattato di apollinea bellezza con la regia di Massimo Venturiello e la direzione musicale di Joe Barbieri.

Il risultato finale del concerto di Tosca a Vibo è stato a dir poco inebriante per un pubblico attento e caloroso, sotto gli occhi del primo cittadino Maria Limardo e della promoter Maria Teresa Marzano, tutti testimoni di una lectio magistralis intorno al tema dell’interpretazione del passato senza alcun timore di storicizzarlo, ma trapiantandogli invece uno spirito contemporaneo che sottolinea una capacità più unica che rara di gestire ricchezza di idee, personalità musicale, fluente talento. L’unico e solo Bob Marley aveva già postulato in “Trenchtown Rock” di come “la musica quando ti colpisce, non fa male”: di certo ieri sera siamo stati tutti felici di andare al tappeto.

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