Gli artisti di strada cacciati da Tropea
3 minuti per la letturaTROPEA – Nella scala dei valori vengono prima le norme contenute in un regolamento datato e non sempre applicato rigidamente o il buon senso e la propensione all’accoglienza, da sempre tratto distintivo della Calabria?
Il presidente regionale dell’Arci, Giuseppe Apostoliti, non ha dubbi nello scegliere l’accoglienza. La vicenda è quella dei due musicisti allontanati dal centro storico di Tropea e multati per violazione del regolamento comunale che vieta la musica in strada.
Due ragazzi per i quali il provvedimento è stato preso dalla polizia municipale soltanto perché un commerciante del posto «ha ritenuto che la nostra esibizione distogliesse i suoi potenziali clienti».
Ma torniamo al presidente dell’Arci. Questi si schiera apertamente dalla parte degli artisti.
«La vicenda dei due musicisti “allontanati” dal “Borgo dei borghi” in nome di un regolamento comunale bizzarro, specie per una città che vive di turismo, è davvero surreale. Trattati – afferma Apostoliti – come appestati e gentilmente allontanati da Tropea con tanto di foglio di via. C’è tanta strada ancora da fare nella nostra terra in termini di cultura dell’accoglienza ma, come al solito, non manca nei calabresi il senso storico della rinomata ospitalità».
Ed è proprio in nome della musica di strada e dell’incondizionata accoglienza per chiunque esprima arte che l’Arci Calabria si rende disponibile «ad accogliere nei propri circoli i due artisti marchigiani che hanno subito lo “sfratto” da Tropea. Siamo sicuri, per onestà intellettuale che la stragrande maggioranza dei tropeani abbiano vissuto con amarezza una vicenda siffatta. Ma con altrettanta convinzione non possiamo che stigmatizzare il comportamento di una amministrazione comunale che maldestramente tenta di mantenere la platina plissettata di “zona turistica” pluripremiata. In una terra bella e amara come la nostra qualsiasi espressione artistica, soprattutto quella senza i lustrini e senza mega palchi attrezzati c’è, e sempre ci sarà, chi in nome della socialità, dell’affermazione e dell’ospitalità darà cittadinanza libera a chiunque».
Lo stesso Apostoliti annuncia, a tal proposito, che sta coinvolgendo diversi sindaci calabresi al fine di creare una rete della solidarietà per fare in modo che «i due artisti maltrattati possano esibirsi liberamente nelle piazze della nostra regione».
Le controreplica dei musicisti al sindaco Giovanni Macrì
Le spiegazioni del sindaco Macrì sul perché è stato adottato il provvedimento dell’allontanamento, del resto, ha suscitato l’indignata reazione di Lorenzo, uno dei due musicisti: «Ci tengo solo a precisare le falsità riportate dal sindaco, in quanto nessuna autorità ci aveva avvertito il giorno precedente, a meno che non si consideri autorità il commerciante, l’unico infastidito dalla nostra musica, che ha pensato bene di farsi giustizia da solo e che non è stato né ripreso né multato come lo siamo stati noi, pur utilizzando una cassa contro di noi a un volume esagerato, e non avendo, come noi a questo punto, nessun permesso per poterlo fare. Aggiungo che la polizia ci aveva visto montare e suonare il giorno prima, senza dirci assolutamente niente, avvalorando l’idea che avevamo, cioè che potevamo esibirci. Concludo dicendo che il volume non era assolutamente alto come è stato scritto dal sindaco; centinaia di persone possono testimoniare. Gli assembramenti? Il nostro era “l’assembramento” minore che c’era a Tropea quella sera».
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Il foglio di via non dovrebbe essere emesso dalla questura? Peggio dell’anarchia c’è l’avversione verso l’arte e gli artisti. Viene praticata sistematicamente nei peggiori regimi totalitari e nei regimi di integralismo religioso. Se ci fosse la stessa efficienza nel contrastare la criminalità, la Calabia sarebe molto meglio delle Marche, ma purtroppo non è così.