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I ruderi dell'antica abbazia normanna scelta da Ruggero I come mausoleo di famiglia

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Un incontro per riscoprire il fascino della storia, conoscere i segreti di Mileto antica e del sorgere dell’insediamento dei normanni in Calabria

MILETO – Si svolgerà presso la Casa della cultura di Mileto questa sera, 24 giugno 2023, a partire dalle 17 l’incontro sul tema Mileto Antica e i normanni in Calabria.

Un appuntamento promosso dall’Accademia Milesia, dall’Archivio storico diocesano e dal Comune di Mileto nell’ambito del progetto delle giornate normanne voluto dall’amministrazione del sindaco Salvatore Fortunato Giordano per riportare la cultura, e in particolare la storia normanna di Mileto, al centro del dibattito cittadino.

Dopo i saluti di rito da parte del sindaco Giordano, del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro, e del presidente Filippo Ramondino, l’incontro entrerà nel vivo con le relazioni degli ospiti che metteranno in luce vari aspetti della vicenda normanna di Mileto e della Calabria tutta.

MILETO ANTICA E I NORMANNI IN CALABRIA, UNA STORIA IMPORTANTE PER L’EUROPA

Una vicenda importante per la storia mondiale visto che il futuro stato normanno, configurato come tale da Ruggero II che secondo la tradizione sarebbe nato proprio a Mileto il 22 dicembre 1095, sarebbe stato l’archetipo dello stato moderno. Un regno, il Regnum Siciliae, che sarebbe rimasto in vita (con alterne vicende) per oltre 700 anni fino all’unità d’Italia e la cui genesi affonda le sue radici nella scelta di Ruggero I d’Altavilla di elevare Mileto a sua residenza favorita.

Moderati e coordinati da Giulia Fresca, si succederanno a parlare Maria D’Andrea, dell’università della Calabria (I mosaici di Villa del Vescovo); l’archeologo Luigi Corrado (La collezione Polistena dalla nascita alla donazione al Museo statale di Mileto); Marilisa Morrone dell’Università della Campania (Il riuso nella Mileto antica e moderna), l’archeologo Francesco Cuteri (Il tesoro della cattedrale e i primi scavi nella distrutta Mileto).

In particolare si ricorda come proprio Cuteri e la sua equipe, nei primi anni 2000, si rese protagonista di una prima campagna di scavi presso l’antico episcopio di Mileto fino ad allora praticamente ignorato a favore del sito dell’abbazia. Una campagna di scavo realizzata in più battute grazie alla quale vennero riportati alla luce diversi ambienti dell’episcopio e alcuni frammenti degli affreschi di quella che fu la cappella Sanseverino nel retro della Cattedrale.

LA MUSICA, LA STORIA, L’ARCHEOLOGIA PER CONSERVA IL RICORDO DEL TEMPO

Proseguendo nello scoprire i partecipanti all’incontro, interverrà anche il musicologo Luigi Abbruzzo (I normanni in Italia meridionale, una inconsapevole rivoluzione musicale), a seguire il vescovo emerito della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo (Mileto dall’età Normanna-Sveva alla dominazione Angioina) sempre molto affezionato alla sua ex sede episcopale cui ha dedicato e dedica studi e incontri in tutta la regione.

L’archeologo Manuel Zinnà affronterà lo spinoso tema del Parco Archeologico illustrando la situazione attuale e le prospettive future di un parco che molto potrebbe dare, anche in termini di sviluppo, ma che necessità di essere stabilmente e concretamente inserito in un doppio circuito di studi da un lato e turistico dall’altro. Vincenzo Naymo dell’Università di Messina illustrerà i segreti di alcune delle pergamene custodite nell’archivio storico diocesano di Mileto mentre la coordinatrice della serata vestirà per un frangente i panni della relatrice aprendo uno squarcio sulle “Istituzione civiche di Mileto tra il 600 e il 700”.

Prima della conclusione Concetta di Bella dell’Accademia Milesia presenterà un interessante confronto tra le storie di Calcagni, Piperni e Napolione. Tre autori cui dobbiamo molte delle notizie sul passato della città di Mileto. Le conclusioni dell’incontro, dedicato alla memoria degli studiosi Antonio Tripodi e Filippo Bartuli recentemente scomparsi, saranno affidate a don Filippo Ramondino presidente dell’Accademia Mileto e direttore dell’Archivio storico diocesano di Mileto che, a chiusura di un percorso storico culturale offrirà uno spaccato del 5 febbraio 1783 “Il Dies Irae”, il giorno del terremoto che distrusse la città antica e portò i miletesi a decidere di ricostruire Mileto dove oggi si trova. Un punto di cesura della storia. Un giorno di chiusura in cui una storia finisce e diventa mito e una nuova storia inizia nel segno della speranza.

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