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Il giardino dedicato a Silipo a Vibo

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VIBO VALENTIA – Quando una persona amata ci lascia, il suo ricordo resta ovunque: nella mente, nei gesti e nelle piccole, grandi cose. E Antonio Silipo per i propri cari era questo; un marito, un padre, un amico.

Il Covid-19 se l’è portato via durante la prima ondata, dopo un ricovero che sembrava non finire mai, e che purtroppo ha avuto un epilogo tragico il 4 aprile del 2020, quando di prima mattina la figlia Paola, la mamma e il fratello, ricevettero la ferale telefonata.

Era la prima vittima che si registrava nel Vibonese e la sua scomparsa anche per questo fece inevitabilmente scalpore in un territorio che fino ad allora era rimasto escluso dai lutti.

È passato poco più di un anno da allora, ma il ricordo dell’architetto vibonese 60 continua ad essere coltivato, prima con una raccolta fondi avviata dagli amici della ragazza per donare attrezzature all’ospedale di Vibo, nel periodo di piena pandemia, e adesso con una cerimonia piccola ma dal grande significato.

Ad organizzarla l’associazione Valentia che ieri mattina con la dirigente Mariagrazia Gramendola dell’Iti e Itg di Vibo Valentia, gli alunni e tutto il personale scolastico, il presidente della provincia di Vibo Valentia Salvatore Solano, il Kiwanis di Vibo Valentia, le consulte regionali degli studenti e Calabria Verde, ha creato una nuova area verde, la 27esima, per ricordare Antonio Silipo e tutte le vittime di Covid.

«Un particolare ringraziamento alla dirigente scolastica, agli studenti e tutto il personale per il lavoro immenso portato avanti negli ultimi mesi, bravissimi! Per non dimenticare nessuno», ha affermato il presidente Anthony Lo Bianco. 

Antonio Silipo con i figli

Antonio Silipo era partito a marzo insieme alla famiglia, per una settimana bianca in Trentino. Erano, quelli, i giorni in cui si sentiva parlare per la prima volta del coronavirus che aveva iniziato ad invadere il nostro Paese. È lì che l’architetto e i suoi cari contrarranno il Covid, e al ritorno a Vibo saranno messi tutti in isolamento. Antonio però accusa i sintomi più gravi. Viene trasferito all’ospedale di Catanzaro.

Un’ambulanza lo porta via. Sarà, quello, l’ultimo scambio di sguardi con la sua famiglia, l’ultimo saluto di persona. Nulla poteva far presagire il peggio, ed anzi tutti pensavano a quando Antonio sarebbe tornato. E invece, il Covid ha disposto un destino diverso e tragico, reso ancor più sofferto e insopportabile per via del fatto che i suoi cari non poterono neanche accompagnarlo nel suo ultimo viaggio.

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