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Un momento della presentazione del Libro "Inferi"

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Presentato a Vibo del libro “Inferi” sulla vita dell’imprenditore Antonino De Masi. Un’opera scritta a quattro mani col giornalista Pietro Comito che parla della figura dell’uomo che seppe ribellarsi alla ‘ndrangheta


VIBO VALENTIA – «Io sono un uomo d’onore: sono onorato di essere un calabrese e di essere in mezzo alla mia gente»; l’imprenditore sotto scorta,  Antonino De Masi, l’ha ripetuto più volte di essere un uomo d’onore insieme ai calabresi e ai numerosi astanti accorsi alla presentazione del suo libro “Inferi – La storia vera di un sopravvissuto alla ‘ndrangheta”, scritto a quattro mani con il giornalista Pietro Comito, edito da Compagnia editoriale Aliberti e presentato l’altra sera a Vibo Valentia.

DE MASI: “SONO UN COMBATTENTE”

Una iniziativa promossa dalla Libreria Cuori d’inchiostro in collaborazione con la casa editrice, grazie al sostegno di Umanesimo sociale e dell’associazione Valentia e con il patrocinio della Camera di Commercio di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone e della Confederazione nazionale artigiana di Vibo Valentia. All’incontro, svoltosi l’altro pomeriggio al complesso Valentianum nella sala congressi “Antonino Murmura” della Camera di Commercio, insieme agli autori del libro è intervenuto il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo.

Hanno portato i saluti: Francesca Griffo della Libreria Cuori d’inchiostro, Domenico Consoli di Umanesimo sociale, Anthony Lo Bianco di Associazione Valentia, Antonino Cugliari presidente Cna Vibo Valentia, e Pietro Falbo, presidente CamCom Catanzaro – Vibo Valentia – Crotone. L’evento è stato moderato dalla giornalista Rai. Maria Teresa Santaguida. «Sono un combattente – ha proseguito De Masi -, perché ho davanti a me il volto dei miei figli e mi sono trovato davanti a un bivio: abbassare la testa, pagare il pizzo, arricchirmi e colludermi con i mafiosi o dare ai miei figli una ricchezza di valori. Ho scelto di dare alla mia famiglia un valore, quello di essere uomini liberi».

IL CORAGGIO DI DIRE “NO” ALLA ‘NDRANGHETA

Antonino De Masi ha poi raccontato di aver vissuto in una famiglia che da quando ha fatto impresa, dagli ’50 e ’60 del secolo scorso, ha sempre detto no ai criminali. «Mio padre diceva a questa gente: lasciatemi stare, voi fate il vostro mestiere io faccio il mio. Non mi toccate che vi denuncio. Questa è una terra impregnata di criminalità, ma noi dobbiamo riappropriarci del diritto di essere calabresi. Noi siamo persone perbene, uomini liberi e non dobbiamo accettare compromessi con nessuno. Io non sono un eroe, sono una persona normale, un cittadino che cerca di fare la sua parte e nel libro racconto un percorso. Un libro testamento – ha spiegato Antonino De Masi -, un atto d’amore verso la mia terra e verso coloro che per essa hanno combattuto senza mai arrendersi».

La platea presente in sala

IL LIBRO “INFERI” È UN VIAGGIO NEI SENTIMENTI DI DE MASI

Difatti, Pietro Comito nel suo intervento ha sostenuto che «”Inferi” è un viaggio nei sentimenti di un uomo, il racconto di quella che è stata la sua vita. Non è un libro sulla mafia – ha precisato il coautore – si parla anche di ‘ndrangheta, ma il libro parla soprattutto delle donne, che sono state le nostre nonne , le nostre madri. queste donne, senza mai un lamento, senza mai abbattersi sotto il sole cocente e sotto la pioggia, continuavano a lavorare, a spaccarsi la schiena. La madre di Nino, quando la sera tornava a casa stanca, preparava la cena, curava i figli, accudiva suo marito che tornava dal lavoro ed era l’ultima ad andare a dormire ed il giorno seguente la prima ad alzarsi».

Insomma, il volume è l’autobiografia, nella forma del romanzo, di Antonino De Masi. Ma è molto più che un romanzo, «è una saga familiare ed una vicenda umana che attraversa un secolo e che riflette le luci e le ombre di una terra magnifica e maledettamente difficile». Un’opera «scritta col tratto del grande narratore», ha scritto Antonio Nicaso che ne ha curato la prefazione. Il volume si fregia anche di un contributo di don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera. che definisce Antonino De Masi «un imprenditore onesto che ha scelto di opporsi alle richieste mafiose per non sporcare il nome della sua azienda e non tradire un territorio già fortemente compromesso a causa dell’ingordigia dei clan».

UNA STORIA DI ONESTÀ INTELLETTUALE E MORALE

Quella di De Masi è anche una storia di onestà intellettuale e morale, di fedeltà al Vangelo e alla Costituzione, nel loro invito concorde a «mettere sempre il bene comune davanti al tornaconto personale». L’imprenditore calabrese Nino De Masi, tra l’altro, ha subito sulla sua pelle non soltanto le minacce della ‘ndrangheta ma anche le conseguenze e gli ostruzionismi del sistema creditizio. É proprio grazie al suo impegno e alle sue battaglie, infatti, che fu emessa la prima storica sentenza contro l’usura bancaria.

Infine, per il procuratore Falvo, «il libro è bello perché, innanzitutto, attraversa la storia dell’Italia, dal dopoguerra in poi, e attraversa anche la storia calabrese nel racconto della famiglia De Masi. È un libro di speranza perché la ‘ndrangheta si può sconfiggere. Ricordo – ha infine chiosato il magistrato – che quando abbiamo iniziato l’indagine Rinascita Scott, la rinascita era quella della famiglia Mancuso, perché aspettavano la scarcerazione di Luigi Mancuso per riprendersi il territorio. Col passare del tempo, unendo un procedimento dopo l’altro, è diventata la rinascita di Vibo Valentia».

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