La presentazione del libro “È tempo di felicità”
3 minuti per la letturaUna riflessione sulla Calabria di ieri e di oggi quella proposta, a Vibo, dal noto avvocato Domenico Sorace nel suo ultimo romanzo
VIBO VALENTIA – Un viaggio con la mente e le emozioni come solo certi libri sanno regalare. È quello che accompagna i lettori di “È tempo di felicità”, l’ultimo romanzo di Domenico Sorace, noto avvocato di Vibo Valentia, già presidente dell’Ordine provinciale, nonché cultore di storia, filosofia, letteratura e, per l’appunto, romanziere al suo quinto lavoro.
Il volume è stato presentato nei giorni scorsi alla libreria Cuori d’inchiostro su corso Vittorio Emanuele III, in un evento che ha visto una nutrita e attenta partecipazione di pubblico. I brani del libro, letti dalla titolare della libreria Francesca Griffo, e l’introduzione del giornalista de Il Quotidiano del Sud Stefano Mandarano, hanno offerto numerosi spunti di riflessione puntualmente colti dall’autore che – partendo dal senso e dai contenuti del suo romanzo – ha spaziato su molti temi di carattere storico, culturale e sociale.
Al centro della sua apprezzata esposizione l’inestimabile patrimonio storico e ambientale della Calabria, che Sorace ha esaltato specie riferendosi a quei luoghi meno conosciuti ma che rivestono un’importanza fondamentale nella storia della regione. E non solo.
«La Calabria è un archetipo universale – ha detto l’autore -, a dispetto di chi vorrebbe farci credere che essa sia periferica, marginale e lontana dalle cose che accadono. All’opposto di questa narrazione, in Calabria possiamo rinvenire, attraverso l’esplorazione del nostro passato e del nostro territorio, tutti quegli elementi che la eleggono a fattispecie capace di parlare con spirito di universalità. Questa narrazione ha questo desiderio profondo: fare della nostra terra un elemento di universalità».
La trama dell’ultimo romanzo di Domenico Sorace
Il romanzo narra le vicende di due ragazzi che, ha spiegato ancora l’autore, «con le loro contraddizioni, i loro contrasti e le loro antitetiche psicologie, diventano lo strumento per la rivelazione di una terra che ha dentro il suo corpo e le sue cellule i tratti della straordinarietà. Perché questa straordinarietà venga fuori, ci deve però essere il desiderio di rivelarla e di scrutare dentro apparenze semplificate un’essenza molto più ampia». Alice e Andrea, i due protagonisti del romanzo, «vivono la loro storia di relazione all’interno un territorio solo apparentemente ostile (perché negletto, obliato e sconosciuto) e la loro storia finirà per rivelare la storia di un popolo».
Numerosi gli interventi del pubblico presente a fare da corollario alla presentazione del libro. Oltre ai quesiti posti all’autore sul piano narrativo del suo lavoro, molte sono state le considerazioni relative alla narrazione distorta o negativa della realtà calabrese, e vibonese in particolare, che hanno portato all’idea – condivisa dai presenti – della necessità di avviare una contro-narrazione positiva, che veda nella diffusione della cultura e dell’investimento sull’istruzione le sue basi fondamentali. «Serve consapevolezza di sé a livello collettivo e di popolo – ha commentato Sorace sul punto -. Leggere, viaggiare, evitare le banalità, concentrarsi sulle nostre ricchezze storiche. Fare uno sforzo collettivo per crescere come comunità, se questa consapevolezza fosse diffusa nessuno potrebbe più dire “qui non c’è niente”».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA