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Cesare Dotro

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SPILINGA (VIBO VALENTIA) – Un ragazzo classe ‘2000,  con un carattere vivace, spontaneo, estroverso, una grande empatia e un entusiasmo pervasivo e contagioso. Si chiama Cesare Dotro, originario di Spilinga, e si è diplomato all’Istituto Alberghiero Enrico Gagliardi di Vibo Valentia, ma terminati gli studi ha compreso quanto la passione per la cucina fosse soltanto un hobby, la sua vita era altrove.

Uno studente appassionato di storia sin da quando era bambino, dotato di una verve critica formidabile, basta parlarci per accorgersene: racconta fatti, cita autori, apre spiragli di riflessioni, utilizzando sempre una lucida ironia. È stato premiato dall’Unical come studente di Storia e Filosofia con la miglior carriera della sua annualità, tra le 198 migliori di tutto l’ateneo. «Amo la storia da quando ero molto piccolo – ci racconta con aria soddisfatta e la sua solita solarità – essa ci insegna a vivere il presente, la penso come Marc Bloch. Mi appassiona la Storia medievale e in particolar modo il Basso medioevo, perché retaggi e conseguenze di quel periodo storico li ritroviamo ancora nella nostra società; il Medioevo è indiscutibilmente un punto nevralgico».

«Sono ancora il cuoco di facoltà – dice ripensando agli anni dell’Alberghiero – ma conclusa la scuola ho capito che la mia strada non era in una cucina professionale, ma tra i libri e le aule. Ho sempre guardato con ammirazione ai miei genitori, entrambi insegnanti, alla capacità di trasmettere. Da grande voglio fare l’insegnante, credo sia esattamente il mio posto nel mondo: l’interazione, l’empatia di questo mestiere mi hanno sedotto e continuano a farlo».  

Non è un caso se il film preferito di Cesare sia “L’attimo fuggente”, pellicola del 1989 che racconta un insegnante e i suoi  metodi non convenzionali, utilizzati per esortare gli studenti alla creatività e alla libertà di pensiero. Il suo libro preferito è invece “La scrittura della storia” di Michel de Certeau, storico, antropologo, linguista, che Cesare considera «un genio assoluto». Storie come questa di Cesare sono eloquenti, raccontano di una Italia giovane e appassionata,  che al futuro guarda con consapevolezza e positività: «Il Dipartimento di Studi Umanistici oggi è casa mia, l’Unical mi sta dando tantissimo», conclude così Cesare la chiacchierata. 

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