Francesco Bufalo e la fidanzata Giusy Papallo
5 minuti per la letturaACQUARO (VIBO VALENTIA) – «Ansia, paura, incertezze… senti che la vita ti sta sfuggendo dalle mani… voglia di combattere, di farcela, di vincere quel duello quasi impossibile contro quel nemico che su molti fronti ha la meglio sulle persone che è la malattia. Sono queste e molte altre le sensazioni che ti stravolgono durante l’attesa di un trapianto, ovvero ciò che potrebbe ridarti la vita che stai rischiando di perdere».
Sono questi i sentimenti di Francesco Bufalo e della fidanzata Giusy nel descrivere la loro avventura della vita. Francesco (classe 1985) è stato trapiantato di cuore il 25 settembre 2008 a causa di una cardiopatia dilatativa. Un trapianto eseguito con successo al Policlinico San Matteo di Pavia ma, chi avrebbe mai pensato, che a distanza di dodici anni sarebbe stato necessario un nuovo trapianto…una tachicardia durata troppo tempo, una nuova corsa allo stesso Policlinico, una biopsia endomiocardica e nel gennaio del 2020 «riceviamo una notizia che ci cade addosso come un fulmine: il tessuto del cuore sta morendo, c’è in corso un rigetto cronico e in un futuro sarà necessario un altro trapianto di cuore».
Un futuro però arrivato troppo presto. Durante il ricovero scoppia la pandemia del Covid, le porte degli ospedali si sbarrano, i pazienti rinchiusi dentro quelle mura e i parenti fuori con il divieto assoluto di far loro visita, entrambi terrorizzati da ciò che stava accadendo… «è impossibile far visita ai malati ma è anche impossibile accettare quella situazione assurda».
Passano le settimane nelle quali per Francesco non sono mancate serie complicazioni tra cui due nuovi arresti cardiaci quasi fatali e l’impianto di due pacemaker, di cui uno non compatibile con la malattia in corso. Finalmente i medici trovano una terapia e durante il lockdown totale Francesco e Giusy riescono a tornare a casa per 4 mesi.
«Cerchiamo di vivere il più serenamente possibile sapendo dentro di noi che la partenza seguente sarebbe stata decisiva».
Ad ottobre 2020, purtroppo, i medici comunicano a Francesco che «la cura che ti abbiamo dato non ha dato esiti positivi; la malattia è andata avanti».
Di conseguenza il mese successivo l’inserimento in lista trapianti nazionale. «Riparte quello che amo definire il tunnel della vita…- afferma Giusy – non sai mai cosa ti aspetta all’uscita. Passiamo il Natale in quella che sarebbe stata la nostra residenza per nove mesi. Francesco nel frattempo accetta di fare da tester a una terapia innovativa e sperimentale che potrebbe rallentare il progetto, uno tra i primi in Italia a tentare questo nuovo trattamento, una cura a dir poco invasiva chiamata leucoaferesi, una canula fissa infilata nel collo a causa delle vene troppo deboli, l’attenzione fondamentale di mantenerla pulita e asciutta cambiando di continuo la medicazione noi stessi, tutto ciò alternato a continue visite e controlli settimanali nell’attesa di un nuovo cuore». Erano consapevoli che sarebbe passato tanto tempo e pertanto «cercavamo per quanto possibile di trovare svaghi che ci allontanassero da quella attesa per altri estenuante».
Nel corso di una delle tante visite i medici fanno capire ai due fidanzatini che le cose non stavano andando bene tant’è che il 15 febbraio 2021 tutto precipita. «Veniamo contattati per un ricovero urgente in quanto le cose si stavano aggravando troppo e sarebbe stato rischioso continuare così. Quello fu un attimo – raccontano – in cui credemmo di crollare. Ancora le visite ai pazienti erano vietate e sapevamo che durante quel ricovero non ci saremmo visti se non dopo il trapianto ma non avevamo idea di quando questo sarebbe avvenuto».
Francesco viene subito inserito in lista urgente e viene posto sotto cura di potenti farmaci che inducono il cuore a battere. «Era tutto un forse, un tentativo di tenere in vita una persona su cui nessuno avrebbe scommesso neanche un euro che ce l’avrebbe fatta – evidenzia Giusy – ma il reparto di cardiochirurgia e l’intero centro trapianti del San Matteo ha puntato tutto su Francesco: ha scommesso la sua reputazione contro chi ai piani alti tentava di sabotare questo secondo trapianto poiché il rischio di fallimento era troppo alto».
La telefonata della speranza arriva a marzo
Speranzosi e attaccati alla fede attendono la chiamata. Il primo marzo 2021 arriva la notizia: «Francesco, c’è un cuore compatibile per te» ma fino all’ultimo secondo i due giovani sono quasi increduli.
Alle 2 di notte del 2 marzo 2021 l’equipe di trapianti del San Matteo mette in moto la macchina salvavita. «Sono le 10 ore più strane che ho trascorso finora, un misto tra serenità e incredulità su ciò che stava accadendo ma soprattutto un senso di totale fiducia verso chi stava compiendo questa impresa grandiosa. Finalmente il miracolo tanto atteso si stava compiendo – racconta con emozione Giusy – un angelo avrebbe ridato la vita alla persona a me più cara. Era quasi mezzogiorno quando il primario uscì dalla sala operatoria dicendomi che era andato tutto bene che Francesco era ancora in pericolo ma che avrebbe superato tutto perché era un guerriero».
E così è stato. Con tantissime difficoltà Francesco si è svegliato dal coma e con la forza di un leone ferito ha lentamente rialzato la testa e ha iniziato a combattere per riprendere le forze.
«Non è stato facile, è uscito dalla terapia intensiva pesando 45 kg, non si reggeva in piedi e non respirava bene a causa di una polmonite che gli ha reso la voce bassa ma è riuscito ad arrivare fino ad oggi carico più che mai e deciso ad aggrapparsi a questa terza possibilità che gli è stata donata. Sono stati mesi duri e ancora non è finita, ma di una cosa siamo fieri…non abbiamo mai perso la speranza, non abbiamo mai perso la gioia e la voglia di vivere e soprattutto non abbiamo mai perso la fede in Dio e la fiducia nei medici che, hanno lottato per noi e con noi per vincere questa battaglia».
I due giovani rimarcano poi l’umanità dei medici con i quali sono sempre in contatto. “Vederli piangere e abbracciarci alla notizia che il trapianto era avvenuto con successo, sentire ogni giorno squillare il cellulare e vedere che erano loro che mi davano notizie sul decorso post operatorio di Francesco, la forza che ci hanno dato e continuano a darci conferma che gli angeli sulla terra esistono, basta solo crederci”. Nel concludere il loro emozionante racconto Francesco e Giusy affermano: “Una cosa è certa: l’amore fra due persone soprattutto se è sincero fa superare anche le difficoltà più grandi e questo insieme alla fede in Dio e alla fiducia nei medici”.
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