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Sigfrido Ranucci a Vibo per il suo libro “La scelta”, un racconto appassionato delle inchieste giornalistiche del conduttore di “Report”. All’evento a palazzo Gagliardi anche il procuratore Camillo Falvo e il sindaco Enzo Romeo


VIBO VALENTIA – Tanti studenti, accompagnati dai loro dirigenti e docenti, rappresentanti politici e amministrativi e numerosi cittadini hanno gremito, ieri mattina, l’atrio di Palazzo Gagliardi, nel centro storico di Vibo, in occasione della presentazione del libro “La scelta” del giornalista e conduttore della trasmissione “Report”, Sigfrido Ranucci. All’iniziativa, moderata dalla giornalista del Tgr Rai Calabria, Maria Teresa Santaguida, e organizzata da Maria Teresa Marzano con il patrocinio del Comune di Vibo Valentia, hanno partecipato il sindaco Enzo Romeo e il procuratore capo della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo.

Il protagonista dell’evento, approfondendo, alcuni aspetti della sua opera, ha rilevato che «magistratura, Istituzioni e stampa siano i requisiti fondamentali per fare funzionare la macchina democratica del Paese. Se uno di questi non funziona l’altro è costretto ad intervenire. Questo libro nasce dalla consapevolezza che la carriera si basa sulle scelte compiute e sugli incontri con i personaggi che capitano nella vita, che condizionano più di quello che pensiamo».

L’INCHIESTA DEL GIORNALISTA DI REPORT, RANUCCI, SUGLI USA

Nel libro si cita molte volte Roberto Morrione, maestro di Ranucci, fondatore di Rai News24: «Avere maestri è fondamentale come avere chi ti indica la strada giusta e ti protegge. Se oggi vediamo le rassegne stampa serali lo dobbiamo alle intuizioni di questo giornalista. È stato il direttore che tutti vorrebbero, che difendeva i giornalisti fino alla fine. Mi consente di realizzare inchieste incredibili, come quella più importante della mia carriera, nel 2004-2005, che ha messo sotto inchiesta gli Stati Uniti nel momento in cui erano considerati i gendarmi del mondo nella lotta al terrorismo, avendo invaso l’Iraq dopo l’attentato alle Torri Gemelle, portando per la prima volta la Rai per il mondo».

Dal giornalista e conduttore di Report, infatti, i report sugli interventi degli Stati Uniti in Afganistan e in Iraq: «Scopro, parlando con dei militari, l’uso in guerra del fosforo bianco, agente chimico che è un’arma incendiaria. Se si utilizza sulle persone è una violazione nell’uso delle armi chimiche. Una notizia che fa impazzire, perché accusa gli Usa di crimini di guerra nell’uso di armi chimiche. In Rai osservo tutte le immagini dei bombardamenti trasmesse e le mando ai militari, che mi confermano come quella pioggia di fuoco fosse il fosforo bianco. Nessuna testata importante aveva il coraggio di anticipare una notizia ingombrante».

«L’INFORMAZIONE DI GUERRA DEVE ESSERE COMPLETA»

Da quel punto, con il direttore Morrione, Ranucci decide di convocare una conferenza solo con la stampa straniera, «più indipendente e i giornalisti della Bbc raccolgono la testimonianza del responsabile delle forze armate in guerra che ammetteva di avere usato il fosforo per uccidere, aggiungendo che erano legittimati a farlo perché non avevano firmato convenzioni che vietavano l’uso di armi incendiarie. Il New York Times fece un editoriale contro il suo governo. Morrione andò in onda difendendo il nostro lavoro giornalistico e affermando che amava gli Stati Uniti che difendevano i diritti dell’uomo e della libertà di stampa».

In conclusione da Ranucci la sottolineatura che «l’informazione in guerra deve essere completa, dando un racconto oggettivo. Abbiamo la presunzione di vivere nella culla della civiltà, l’Europa, ma negli ultimi anni cinque giornalisti, che indagavano sui rapporti tra la politica e la criminalità organizzata, sono morti, uccisi. In Italia c’è un record mondiale di politici che denunciano giornalisti, moltissimi sotto scorta».

AL LIBRO DI RANUCCI LE PAROLE DI ROMEO E FALVO

Molto soddisfatto il sindaco di Vibo, Enzo Romeo, per la presenza del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, e per il quale «la scelta della legalità e di fare le cose in modo trasparente anche con delle rinunce sia fondamentale e chi fa politica come me, deve metterlo alla base. Chi amministra fa ogni giorno scelte. Sono rimasto in questa città perché sono convinto che la maggior parte delle persone ha fatto una scelta diversa dalla criminalità, optando per la legalità. Tutti dobbiamo fare una scelta, cominciando dai giovani, niente compromessi per fare crescere Vibo nel migliore dei modi».

Infine le parole del procuratore Falvo: «Il lavoro di Sigfrido Ranucci è difficile e assomiglia a quello del magistrato. Per fare informazione con il giornalismo di inchiesta bisogna avere il coraggio, che a volte manca ai magistrati. L’informazione è il cane da guardia della politica per un controllo democratico, che in parte spetta alla magistratura. Io ho fatto la scelta di fare questo lavoro anche se volevo fare tutt’altro, ma mi sono laureato in legge proprio nel periodo della strage di Capaci. Ricordo lo sgomento di quel momento e ho scelto di fare il magistrato per porvi rimedio».

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