Michele Garrì
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – IL fiuto per la notizia l’ha sempre avuto, anche quando ha lasciato quella professione che, nel corso degli anni, gli aveva regalato grandi soddisfazioni professionali e personali. Con la sua scomparsa se ne va un pezzo importante di storia del giornalismo vibonese. Avrebbe compiuto 84 anni a fine mese ma la malattia, contro la quale stava lottando ormai da anni, lo ha piegato ieri, nel tardo pomeriggio.
Michele Garrì se n’è andato verso le 19, attorniato dai familiari che l’hanno vegliato, a casa, fino alla fine. Storico corrispondente dell’Agenzia giornalistica Italia, aveva lavorato a lungo per il quotidiano Paese Sera caratterizzando questa sua attività con una serie di servizi che portarono alla ribalta realtà dell’entroterra calabrese fino a quel momento poco noti, intensa anche la collaborazione con L’Unità.
Lungo il suo sodalizio intellettuale nella Tropea degli anni ’60 che aveva nei suoi amici Raf Vallone, Giuseppe Berto, Pasquale D’Agostino alcuni dei principali punti di riferimento. Non abbandonò mai la cronaca ed in questo caratterizzò la sua attività con alcune intuizioni, come quella della mafia rurale del Poro dedita all’abigeato. Ritornò al tipico lavoro di redazione curando la cronaca per le pagine vibonese de Il Domani della Calabria.
In sodalizio con lo storico Saverio Di Bella si interessò di alcuni casi particolari ed insieme per primi rilanciarono l’ipotesi della presenza del pittore Renoir a Capistrano. Mai pago delle sue ricerche e scoperte da vecchio cronista, nemmeno la malattia lo fermò continuando a lavorare fino agli ultimi giorni, ad interessarsi delle vicende vibonesi che aveva tanto seguito nel corso della sua vita professionale.
I funerali si celebreranno domani pomeriggio, ancora da stabilire la chiesa. Ai familiari di Michele, le più sentite condoglianze da parte della famiglia vibonese de Il Quotidiano del Sud.
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